25 gennaio @Piramide per la popolazione egiziana

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Sostieni il progetto Restiamo Umani

Vi riproponiamo la trasmissione Radio Teatro di Radiondarossa che ha presentato il progetto Restiamo Umani.

Martedì 27 Dicembre 2011 ore 14:45 – ‘Restiamo umani – the reading movie’ dal libro ‘Gaza – restiamo umani’ di Vittorio Arrigoni, presentazione del capitolo I (Guernica in Gaza): Egidia Beretta Arrigoni, capitolo II (Un Lento morire in vano ascolto): Massimo Arrigoni, capitolo IX (Non lascerò il mio paese): Moni Ovadia, musiche: Fulvio A. T. Renzi, Emanuele Wiltsch Barberio, Paki Zennaro:

<a href="http://www.scarphrec.org/visionari/restiamoumani.mp3">http://www.scarphrec.org/visionari/restiamoumani.mp3</a> (durata 22′)

Info: www.restiamoumani.com – per partecipare alla produzione: http://www.produzionidalbasso.com/pdb_753.html

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Tre palestinesi del ’48 arrestati per aver chiamato a boicottare una conferenza di Peres

20.01.2012
Tratto e tradotto da +972 Scritto da: Mairav Zonszein

Tre palestinesi cittadini israeliani che studiano al “Jerusalem College of Engineering (JCE)” sono stati arrestati mercoledì per aver, secondo l’accusa, minacciato altri studenti che stavano per partecipare ad una conferenza di Shimon Peres, presidente israeliano.
Mentre loro stessi boicottavano apertamente la conferenza, il loro arresto è stato il risultato di un reclamo registrato nei loro confronti per minacce e istigazione.

Loro hanno comunque dichiarato di essere stati arrestati per aver chiamato al boicottaggio della conferenza stessa.Sono stati messi agli arresti domiciliari dalla corte ed espulsi da Gerusalemme per una settimana così da impedirgli di parlare agli altri studenti. Continua a leggere

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25 gennaio a Roma – Un anno di rivolta. La lotta della popolazione egiziana continua

Pubblichiamo il testo d’indizione per un 25 gennaio di lotta e solidarietà anche a Roma.
Partecipiamo all’appuntamento per mercoledì 25 gennaio, alle ore 17.00 a p.le Ostiense, Piramide.
Scarica il volantino in arabo e in italiano da distribuire in città.

UN ANNO DI RIVOLTA
LA LOTTA DELLA POPOLAZIONE EGIZIANA CONTINUA
Un anno fa, centinaia di migliaia di donne e uomini sono scesi per le strade d’Egitto per chiedere la fine di un regime dittatoriale. Seguendo l’esempio di migliaia di lavoratori e lavoratrici egiziani, che da più di un decennio hanno attivato percorsi di lotta a rischio anche della loro vita, l’intera popolazione egiziana ha cominciato un percorso di liberazione che non si è fermato dopo la cacciata di Mubarak.

LA PIAZZA HA CACCIATO MUBARAK.
MA IL PROCESSO RIVOLUZIONARIO NON SI ARRESTA.
LA PIAZZA CONTINUA OGGI A LOTTARE CONTRO CHI HA PRESO IL SUO POSTO!

Una piazza che sta cercando in tutti i modi di esprimere la propria opposizione ad una transizione democratica fittizia, ad un regime militare che si dice “garante della rivoluzione” e che allo stesso tempo massacra i manifestanti per le strade, li tortura nelle carceri, per mantenere il potere e i propri privilegi, soffocando ogni richiesta di giustizia sociale.

Raccogliamo quindi l’appello internazionale lanciato dall’Egitto per un 25 gennaio di lotta contro il Consiglio militare, contro le false celebrazioni che questo sta organizzando per nascondere le proprie colpe e contro il silenzio di quei partiti politici che si sono allontanati dalle piazze per avere un posto in Parlamento.

Rifiutiamo la connivenza delle potenze occidentali, su tutte quella del governo italiano, che continua a sostenere il massacro della popolazione in lotta attraverso la vendita di armi alle forze militari egiziane.

Condanniamo gli accordi bilaterali stipulati dall’Italia con tutti i regimi arabi per l’espulsione dal territorio europeo di immigrati che, ricattati e sfruttati, sono considerati solo merce di scambio in funzione di vergo-gnosi accordi commerciali.

Non è possibile definire eroiche le lotte delle popolazioni in Nord Africa e poi considerare le stesse persone “criminali e clandestini” quando attraversano il mediterraneo rimettendo nuovamente in gioco la propria vita.

Non saranno governi o leader a fare accordi sulle nostre teste perchè vogliamo che il confronto tra popolazioni in lotta sia il motore del mondo che desideriamo.

Perchè la solidarietà non sia semplice retorica!

MERCOLEDI 25 GENNAIO 2012

ORE 17:00  SIT-IN
DI FRONTE ALLA PIRAMIDE
(piazz.le OSTIENSE – metro B Piramide)

Con la partecipazione di DEEB,
rapper egiziano che con il suo Hip hop
ha scandito i giorni della rivolta

Solidali con tutte le popolazioni in lotta!
per adesioni:  tahrir[at]inventati.org

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15/01 Assemblea verso il 25 gennaio, al fianco della popolazione egiziana in lotta

Diffondiamo l’appello per organizzare insieme un 25 gennaio di lotta e solidarietà attiva anche a Roma.

Al fianco della popolazione egiziana in lotta: verso il 25 gennaio!

Ad un anno dall’inizio delle rivolte della popolazione contro il sistema militare dittatoriale, in Egitto la rivoluzione continua.
Mubarak è stato cacciato da un movimento composto dalle categorie sociali oppresse che ha dato vita ad un moto di trasformazione reale del paese.
Ma questo processo di liberazione è ancora sotto attacco: le violenze sui manifestanti continuano, giorno e notte, per mano della giunta militare al potere, nonostante questo, le piazze continuano a lottare ed autodifendersi.

Attivisti, lavoratori, studenti, blogger, uomini, donne e bambini hanno risposto a testa alta alla repressione premeditata e mirata.
Anche la tenacia e la rabbia di migliaia di donne fanno parte della risposta al dominio militare che pensava di poter ricattare l’intera popolazione imprigionando più di 12.000 persone e usando violenza mirata nei confronti di donne e bambini. Continua a leggere

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Manifestazione a Bil’in ad un anno dalla morte di Jawaher

Centinaia di palestinesi, con solidali israeliani ed internazionali, hanno partecipato alla manifestazione nel villaggio di Bil’in, commemorando l’uccisione di Jawaher Abu Rahmah e protestando contro il muro dell’Apartheid e l’esproprio di terre. Jawaher Abu Rahmah morì un anno fa a causa dei lacrimogeni sparati dall’esercito israeliano nel villaggio. Aveva 36 anni ed era la sorella di Bassam Abu Rahamah, ucciso nel 2009 da un candelotto di lacrimogeno sparato ad alta velocità che lo colpì sull’addome.
La manifestazione è stata attaccata dall’esercito con lacrimogeni e proiettili rivestiti e 3 manifestanti sono stati feriti.
Il video racconta parte della giornata di lotta e la resistenza del villaggio.

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Il villaggio di Kufr Qaddum rivendica la libertà di movimento

Report del corteo contro l’occupazione e il progetto coloniale israeliano del 6.01.2012
Tratto da PopularStruggle

Circa 200 palestinesi, supportati da attivisti israeliani ed internazionali, hanno marciato in una manifestazione pacifica verso il blocco stradale posizionato sulla strada principle del villaggio, per rivendicare il loro diritto alla libertà di movimento. Il villaggio di Qaddum è sotto assedio dall’inizio della Seconda Intifada, quando l’esercito ha scelto di bloccare l’unica entrata del villaggio.
Quando i manifestanti si sono avvicinati al blocco stradale hanno incrociato sulla strada 15 soldati armati e circa altri 5 posizionati sulle colline intorno alla strada. A circa 50 metri dai soldati, del filo spinato sbarrava la strada. I soldati parlavano al megafono dicendo che chiunque avesse superato il filo spinato, sarebbe stato fermato con la violenza.

Nessun manifestante ha superato il blocco, né ha usato violenza ma semplicemente hanno cercato di rimuovere il filo spinato quando i soldati hanno iniziato a sparare i lacrimogeni, costringendo i manifestanti a correre verso il villaggio. I manifestanti sono stati inseguiti da un mezzo militare con un cannone ad acqua che sparava liquido puzzolente, mentre i soldati attaccavano il corteo sparando lacrimogeni e bombe assordanti inseguendo i manifestanti dentro il villaggio.
La violenza è proseguita durante tutta la manifestazione, durata circa due ore. Alla fine i soldati si sono ritirati e i manifestanti hanno nuovamente raggiunto il blocco stradale dove hanno urlato slogan prima di tornare nel villaggio. L’esercito ha continuato a controllare dall’alto di una collina attaccata al villaggio.

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Scaf Remix

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Egitto: manifestazione di solidarietà per i socialisti e anarchici rivoluzionari

Articolo originale

Ahram Online Randa Ali, Martedi 3 Gennaio 2012


Di fronte al sindacato dei giornalisti c’è stata una manifestazione di solidarietà con i Socialisti rivoluzionari e gli anarchici, come risposta alla campagna di diffamazione portata avanti sui media dalle forze islamiste contro questi gruppi. Continua a leggere

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[PACBI] 2012: un anno di ulteriore intensificazione del boicottaggio accademico

[PACBI] 2012: A Year to Further Intensify Academic Boycott
Traduzione a cura di Flavia Lepre

Il 2011 è stato un anno di speranza e di rivoluzione. Alla Campagna Palestinese per il Boicottaggio Accademico e Culturale d’Israele (PACBI), cominciammo l’anno con un messaggio di solidarietà con il popolo che era  dietro le rivoluzioni nella regione. A metà anno, il Comitato Nazionale Palestinese  (BNC) per il Boicottaggio, Disinvestimenti e Sanzioni (BDS) espresse un sentimento simile di solidarietà con i movimenti intorno al mondo che  afferravano questo momento rivoluzionario.(1)

All’inizio del 2012, desideriamo riaffermare il nostro forte sostegno ed ogni solidarietà con le voci progressiste rivoluzionarie del mondo che valorosamente pongono la propria vita a rischio per la nostra collettiva libertà, giustizia e dignità, specialmente di fronte alle forze controrivoluzionarie, spesso interne.
Guardando avanti verso il 2012, dobbiamo innanzitutto guardare indietro alle realizzazioni del boicottaggio accademico e culturale del movimento BDS raggiunte durante l’anno passato. Ci siamo fissati l’obiettivo di proseguire ed effettuare il boicottaggio accademico con maggiore rigore, e l’anno non ci ha delusi!
Le attività di BDS aprirono l’anno con forza con la storica decisione dell’Università di Johannesburg di recidere i propri legami istituzionali con la Ben Gurion University (2). Nella nostra risposta a questa decisione esprimemmo il nostro sostegno ed  affermammo che era un trionfo per la logica del boicottaggio accademico contro la complicità accademica israeliana, come è uniformemente risecchiato nelle posizioni della Federazione Palestinese dell’Unione dei Professori ed Impiegati Universitari (PFUUPE), del PACBI e dei suoi partner in tutto il mondo, incluso il Sud Africa. Questo è, infatti, un passo significativo nella direzione di ritenere le istituzioni israeliane responsabili per la loro collusione nel mantenimento dell’occupazione, della colonizzazione e dell’apartheid da parte del loro Stato contro il popolo palestinese. Continua a leggere

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