Oggi, 17 giugno, attivisti impegnati nella campagna per il boicottaggio dell’Agrexco, il principale esportatore israeliano di prodotti agricoli, hanno preso parte ad una azione alla sede italiana in via Camillo Hajech 10, nel centro di Milano.
Entrando nell’ufficio di rappresentanza italiano dell’azienda, gli attivisti hanno consegnato dei cesti di frutta e di verdura marce, a simboleggiare i prodotti agricoli dei palestinesi che marciscono ai checkpoint israeliani in Cisgiordania. Mentre i prodotti delle piantagioni degli insediamenti israeliani costruiti illegalmente nei Territori palestinesi occupati trovano la via facile verso i mercati europei con l’Agrexco – l’azienda, per il 50% proprietà dello Stato di Israele, esporta il 70% di tutti i prodotti agricoli coltivati sulle terre confiscate – i palestinesi trovano la strada sbarrata dai posti di blocco israeliani.
Nei cesti anche delle bottiglie con l’ettichetta “Acqua della Valle del Giordano”; bottiglie con poca acqua sporca per rappresentare l’acqua rubata ai palestinesi nell’area nel nord della Cisgiordania ricca di risorse idriche. Ai palestinesi è vietato scavare pozzi e raccogliere l’acqua piovana, e dal 1967 Israele ha bloccato loro l’accesso a 162 pozzi d’acqua. Gli israeliani residenti negli insediamenti illegali invece godono di sconti fino al 75% sul prezzo dell’acqua: i circa 9000 coloni nella Valle del Giordano consumano un quarto delle risorse utilizzati annualmente da tutti i 2,5 milioni di Palestinesi della Cisgiordania.
L’azione di oggi si inserisce nell’ambito delle proteste contro la manifestazione propagandistica “Israele che non ti aspetti”, la kermesse sulla tecnologia e sull’innovazione israeliane. Mentre Israele cerca di ripulire la propria immagine per le piazze e le vie di Milano e i governi firmano accordi sull’agricultura e la gestione dell’acqua, gli attivsti hanno denunciato l’Agrexco che non solo trae profitti dalle politiche israeliane di colonizzazione e apartheid mirate a costringere i palestinesi a lasciare la propria terra, ma crea una incentivo economico diretto per proseguirle.
La campagna contro l’Agrexco risponde all’appello palestinese del 2005 per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) nei confronti di Israele, che si ispira alla campagna di boicottaggio internazionale che ha contribuito a porre fine al regime di Apartheid in Sud Africa. Chiede ai consumatori di boicottare i prodotti dell’Agrexco e alla grande distribuzione di interrompere i rapporti commerciali con l’economia d’occupazione di Israele.
Rete BDS Milano, Stop Agrexco Roma