fonte: Wadi Hilweh Information Center (Silwan, Gerusalemme)
6.09.2011
Continua la campagna di punizione collettiva e tortura contro la popolazione palestinese di Silwan e in particolare nella zona di Beir Ayoub.
L’esercito israeliano, con l’inzio del nuovo anno accademico, continua a fermare i veicoli palestinesi e a torturare di tanto in tanto gli abitanti del quartiere.
Ultimamente, le autorità israeliane si stanno accanendo nei confronti dei palestinesi in ogni occasione possibile.
Per esempio, staccano l’elettricità dalle strade, montano dei check point alle entrate della città impedendo alla popolazione di muoversi o tornare a casa con i propri veicoli, oltre ai tentativi dei coloni di allestire dei concerti durante le preghiere della notte nel periodo di Ramadam, nel tentativo di nascondere alla città l’identità della festa.
Nelle notti di festa e nel primo giorno, l’esercito d’occupazione israeliano ha aggiunto una vasta operazione di arresti. Inoltre, ieri, in occasione dell’inizio dell’anno scolastico, le autorità israeliane hanno compiuto una grande operazione di controlli stradali, chiudendo addirittura la scuola elementare di Abu Tur, il quartiere accanto Silwan, con la scusa che nella scuola venisse praticato il terrorismo. Di conseguenza la reazione dei bambini è stata di tirare pietre contro i militari, così l’esercito ha potuto procedere con la tortura pianificata.
Le mie radici, il mio cuore, la mia Silwan dal blog Basil the brave
1992, l’anno in cui sono nato
l’anno in cui si iniziò ad insediare una colonia ebraica nel cuore di Silwan
avevo 6 anni, la prima volta che ho messo i piedi per terra, in quelli che sembrano essere i luoghi più controversi del mondo.
vedo ragazzi che mi somigliano, la pelle marrone e visi arabi, vedo persone che condividono la mia stessa caratteristiche, cugini, zii, zie, la mia Tayta.
Silwan, un luogo dove i bambini vivevano in pace, ora vivono in un inferno. Gas lacrimogeni riempiono le strade mentre le madri gridano per i loro figli, sperando che non sono tra gli arrestati.
Un luogo dove i bambini non dovevano preoccuparsi di un colono ebreo pronto a colpirli, un luogo dove i soldati non erano in ogni angolo di strada.
Silwan, un luogo che è stato conquistato da molti per molti anni, che si può vedere nelle persone che vi abitano.
Una famiglia con i capelli rossi, una famiglia con i capelli biondi e occhi azzurri, una famiglia con la pelle scura, tutti parlano la stessa lingua, la lingua che i loro antenati hanno parlato per secoli, la lingua araba.
Muri portanti i nomi dei martiri, Ayyash Milad su un muro, a destra il nome Samer Sarhan in verde.
Famiglie cacciate ed espropriate delle loro case, la storia di discendenza ora sostituita dalla menorah e dalle bandiere blu e bianche.
Quando le jeep della sicurezza israeliana passano di fronte ad un gruppo di ragazzi, subito segue il suono della pietra che colpisce il metallo, di solito termina con un ragazzo arrestato e torturato.
Questo luogo è la mia casa, non in stabilità, ma nel mio cuore. Dove i miei antenati hanno visto il ciclo del sangue versato molte volte nel corso dei decenni, ma continueranno la loro lotta per l’esistenza nel paese che è stata tramandata di generazione in generazione.
Silwan sarà mantenuto in vita, non con le pietre, ma dal cuore della gente. Il mio sangue scorre attraverso le vene del villaggio di Silwan e la memoria dei martiri di Silwan continuerà a vivere.
Archeologi e turisti, non siate collaboratori dei coloni!
L’associazione Elad non è un istituto di ricerca interessato all’archeologia, è uno strumento politico per l’ebraicizzazione di Gerusalemme Est attraverso l’espulsione degli abitanti palestinesi.
Ricorderemo loro che sono in un villaggio chiamato Silwan e non nel sito Biblico per turisti “La città di David”.
Il video della manifestazione: http://youtu.be/pCOwQL7w_Rg