Volentieri pubblichiamo una serie di reportage radiofonici realizzati da Marco Pasquini con Luca Mandrile e Emiliano Sacchetti dalla piazza simbolo della rivoluzione egiziana nei giorni della ripresa degli scontri e durante le prime elezioni presidenziali post-Mubarak, piazza Tahrir.
“Sono cresciuta sapendo che una donna non può manifestare apertamente il suo pensiero e non può mai esprimere un desiderio La mia famiglia mi ha educato e cresciuto nella paura. La rivoluzione mi ha insegnato a non avere più paura”. Howaida ha 29 anni, e da dieci ha lasciato la sua famiglia nell’alto Egitto per andare a studiare al Cairo. La sua testimonianza ci offre la suggestiva immagine di una Piazza Tahrir paragonata ad un’orchestra sinfonica che esegue una partitura perfetta.
“Le forze di sicurezza utilizzavano sia lacrimogeni che gas nervini, alcuni dei quali contenenti fosforo. La pelle di chi era stato esposto direttamente a questi gas era completamente ustionata. Si tratta di gas illegali, roba che viene utilizzata in guerra” Yasser è un chirurgo palestinese naturalizzato egiziano, in piazza Tahrir dal gennaio 2011. La sua è la testimonianza di chi ha salvato centinaia di manifestanti dalla violenza dell’esercito e della polizia; di chi ha dovuto constatare la morte di uomini, donne e bambini scesi in piazza per un Egitto migliore.