fonte: BDS-Italia
Martedì sera l’Aula Magna dell’università romana La Sapienza ha ospitato uno spettacolo della pianista israeliana Anat Fort, con il patrocinio dell’Ambasciata di Israele in Italia.
Ma due mani affusolate da pianista non possono nascondere il pugno di ferro del colonialismo di Israele.
Circa 30 solidali con la popolazione palestinese, tra cui molti studenti e studentesse, hanno scelto di presentarsi a sorpresa all’ingresso, comunicando con chi intendeva partecipare. Mentre la security si dimenava nervosamente, molte persone hanno scelto di restare fuori e raccogliere più informazioni sull’operazione propagandistica “Brand Israel”, in alcuni casi rinunciando ad assistere ad uno spettacolo che non poteva più incantare nessun*.
Il concerto rappresentava, infatti, uno dei tanti tentativi da parte di Israele di usare la cultura per ripulire la propria immagine. Un’operazione della campagna “Brand Israel”, specificamente voluta e finanziata, a fior di milioni, dal governo israeliano, volta a nascondere dietro un’immagine positiva le politiche disumane che quello Stato continua a perpetrare contro il popolo palestinese.
Nelle facoltà organizziamo da anni dibattiti, iniziative di analisi ed approfondimento sulla resistenza palestinese e il sistema di dominio israeliano. Grazie al confronto collettivo è cresciuta la coscienza che ci permette, oggi, di organizzarci in un batter d’occhio per rompere il silenzio complice (o le melodie jazz) di cui si avvale il colonialismo sionista.
L’Ambasciata israeliana continua a strisciare nell’ombra tra le diverse iniziative culturali organizzate in città e sempre più spesso vedrà contrapposta la sanzione dal basso di chi rifiuta l’oppressione, in ogni sua forma e contro chiunque.
Alcune collaborazioni tra La Sapienza e università israeliane
Per maggiori informazioni sugli atenei italiani che collaborano con università e istituti israeliani, consulta il database CORDIS. Per sapere di più sul ruolo che rivestono le istituzioni accademiche israeliane nell’occupazione e l’oppressione della popolazione palestinese, vedi The Economy of the Occupation: Academic Boycott of Israel.
Accordi con l’Università ebraica di Gerusalemme
– Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
Dip. Scienze biochimiche
Progetto Europeo 7º PQ-SECOA.
Dip Studi europei e interculturali.
Accordi con Technion, Istituto Tecnologico Israeliano
– Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
Progetto Europeo 7º PQ-FIRST
Dip. Matematica
Accordi con la Bar Han University
– Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
Dip. Matematica
Accordi con l’Istituto Weizmann per le Scienze
– Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
Progetto Europeo 7º PQ-TANGO
Dip. Psicologia
Testo del volantino distribuito:BRAND ISRAEL: NON FARTI COMPLICE!
Contro l’uso della cultura per coprire politiche disumane
Oggi 22 gennaio si terrà nell’Aula Magna dell’Università La Sapienza di Roma un concerto, con il patrocinio dell’Ambasciata di Israele in Italia, della pianista israeliana Anat Fort.
Questo concerto rappresenta uno dei tanti tentativi da parte di Israele di usare la cultura per ripulire la propria immagine e distrarre l’attenzione dalle politiche di occupazione, colonialismo e apartheid.
Nel 2005, Nissim Ben-Sheetrit del Ministero degli Esteri israeliano ha affermato: “Vediamo la cultura come uno strumento di propaganda di primo ordine, e non facciamo differenza tra propaganda e cultura”. Con fondi pubblici, vengono mobilitate le energie artistiche nazionali disponibili: scrittori, cineasti, musicisti, danzatori, ecc.., allo scopo di veicolare nel mondo un’immagine positiva del paese.
Denunciamo questo uso propagandistico dell’arte e ricordiamo che l’Ambasciata israeliana, in rappresentanza del governo di Israele, ha anche “patrocinato” la costruzione del Muro d’Apartheid e delle colonie, la confisca di terre palestinesi, la demolizione di 24.000 case palestinesi, la detenzione di oltre 4.500 prigionieri palestinesi, l’assedio che strangola la Striscia di Gaza nonché i massacri a Gaza con oltre 1.400 civili uccisi durante “Piombo Fuso”, di cui 500 bambini, e oltre 120 durante “Pilastro di Difesa” appena due mesi fa.
Ti invitiamo a non farti complice di questa operazione, specificamente voluta e finanziata dal governo israeliano, volta a nascondere dietro un’immagine rassicurante le politiche disumane che quello Stato continua a perpetrare contro il popolo palestinese.
Ti invitiamo a rispettare l’appello della società civile palestinese per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), che chiede il boicottaggio delle attività commerciali israeliane insieme alle sue istituzioni culturali e accademiche finché Israele non rispetti il diritto internazionale e i diritti umani.
Ti invitiamo a rinunciare al concerto.
Al fianco della popolazione palestinese. Senza la loro libertà non saremo mai liberi.
Antirazziste e antirazzisti a sostegno della campagna palestinese per il BDS
mi auguro che iniziative di smascheramento del volto atroce della politica israeliana in Palestina continuino indefessamente rintuzzando colpo su colpo ogni attacco alla buona fede e alla sensibilità delle persone coinvolte in iniziative del genere.. Boicotta Israele!