Burin si trova vicino Nablus in Palestina. Un piccolo villaggio che vive di agricoltura, stretto tra due insediamenti di coloni Bracha e Yitzhar che insieme all’esercito di occupazione israeliano cercano regolarmente di impedire ai contadini di recarsi nelle proprie terre. Il giorno della terra il 30 marzo 2013 un gruppo di internazionali insieme agli abitanti di Burin si reca in un pezzo di terra per piantare piccoli ulivi. Subito la repressione dell’esercito.
Gli accordi di Oslo del 1993 riconobbero definitivamente l’occupazione israeliana sui confini della guerra che avvenne nel 1967 e non sulla nakba cioè la cacciata dei palestinesi dalle loro case nel 1948. Questi confini della Cisgiordania sono così stati divisi in tre settori: l’area A comprende le città palestinesi e alcune zone rurali di distanza da centri di popolazione di Israele nel nord (tra Jenin, Nablus, Tubas, e Tulkarm), il sud (nei pressi di Hebron), e uno nel centro sud di Salfit. L’area B aggiunge altre popolate aree rurali, molto più vicino al centro della Cisgiordania. L’area C contiene tutti gli insediamenti israeliani, le strade di accesso utilizzato per gli insediamenti, zone cuscinetto (vicino a insediamenti, strade, aree strategiche, e in Israele), e quasi tutta la Valle del Giordano e il deserto di Giuda. E’ fuori dagli accordi Gerusalemme. Firmando invece gli accordi che vanno sotto il nome di Oslo 2 (settembre 1995), Israele in cambio del via libera alla nascita dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), si assicurò il controllo totale del 61% della Cisgiordania (Area C), fino ad un accordo definitivo dello status dei Territori occupati palestinesi che, nel frattempo, non è mai arrivato. Ha anche il controllo di sicurezza della cosiddetta Area B (oltre 20% della Cisgiordania) dove l’amministrazione civile è palestinese. All’Anp dopo 19 anni di trattative, rivolte palestinesi contro l’occupazione, negoziati veri e presunti, resta il controllo pieno di meno del 20% della Cisgiordania.
Oggi in Area C vivono oltre 300mila coloni israeliani e un numero imprecisato di palestinesi: dai 117mila registrati dall’Ufficio Centrale di Statistica dell’Anp ai 92mila indicati da Israele, fino ai 150mila delle statistiche ufficiali di Ocha, l’ufficio di coordinamento degli affari umanitari dell’Onu. E sulla base di questi numeri la destra israeliana chiede al governo di passare alle vie di fatto e di annettere subito l’Area C, in modo da definire con un atto unilaterale i confini dell’entità (senza reale sovranità) che sarà chiamata Stato di Palestina all’interno della Cisgiordania.
Tutte queste aree in realtà sono vere solo su mappe stampate dall’ONU, perché sul campo si combatte quotidianamente contro un’occupazione che cerca di annettere sempre più terre e di arrestare, uccidere e far espatriare sempre più palestinesi in qualsiasi area si trovino.