Oggi 17 aprile a Roma diversi solidali hanno deciso di attraversare la giornata internazionale di solidarietà contro la prigionia politica.
Abbiamo deciso di toccare tre luoghi simbolici per richiamare l’attenzione sul tema.
Di fronte all’ambasciata spagnola è stata esposta una bandiera basca mentre venivano distribuiti dei volantini informativi. La reazione scomposta e innervosita da parte dei funzionari dell’ambasciata dimostra quanto la questione delle centinaia di prigionieri e prigioniere politiche basche sia una nervo scoperto che il governo di madrid non vuole affrontare.
Successivamente abbiamo fatto un passaggio alle scuderie del Quirinale dove è in corso la mostra internazionale su Frida Khalo. Qui abbiamo ricordato che esiste un altro messico ribelle che quotidianamente costruisce un mondo alternativo al neoliberismo; abbiamo richiamato l’attenzione su alcuni casi esemplari.
Come terzo e ultimo passaggio abbiamo deciso di sanzionare la El Al, compagnia di bandiera israeliana, ricordando che israele non è una meta di turismo alternativo ma uno stato occupante che imprigiona e occupa militarmente un intero popolo da più di sessanta anni.
Senza la loro libertà non saremo mai liberi e libere
Di seguito la trasmissione andata in onda su radiondarossa per il 17 aprile, con il contributo di Un Caso Basco a Roma, Free Palestine, La Pirata e Comitato Carlos Fonseca.
PERCHE’ IL 17 APRILE?
Il 17 aprile 1974 viene rilasciato Mahmoud Hijazi Baker, prigioniero politico palestinese, dopo uno scambio di prigionieri con Israele. Da quel giorno per tutto il movimento di liberazione palestinese questa data diventa un simbolo, un occasione ogni anno per rimettere in primo piano la questione della prigionia politica. Anni dopo anche il movimento basco riprende questa data per organizzare e coordinare mobilitazioni su questo tema fino ad arrivare ai giorni nostri quando a diverse latitudini si decide di tendere il famoso “filo rosso” che unisce chi lotta per la costruzione di un mondo più giusto e per questo subisce le conseguenze della repressione. Oggi quindi, il giorno del 17 aprile diventa una giornata che non vuole rappresentare una vuota celebrazione bensì un occasione per organizzare mobilitazioni e partecipare alla degna lotta di chi da dentro il carcere reclama a gran voce non solo la propria libertà ma quella di tutti e tutte.
Come Leonard Pertier che da 36 anni resiste nella carceri americane o Mumia Abu Jamal che nelle stesse carceri fra pochi giorni compirà 60 anni;
Come Alvaro Sebastian Ramirez che da 18 anni è rinchiuso nelle carceri messicane.
Come la resistenza quotidiana dei più di 5000 prigionieri/e politici palestinesi che al pari del loro popolo subiscono quotidianamente l’oppressione dell’occupazione israeliana.
Come le centinaia di prigioniere e prigionieri politici baschi e tutti/e coloro che, in esilio da decine di anni, non possono fare ritorno nella propria terra.
Come le compagne e i compagni reclusi nelle carceri italiane per aver partecipato alle lotte sociali di questi anni.
Quest’anno il 17 aprile cade nei giorni della protesta promossa dal coordinamento nazionale dei detenuti, ancora di più
quindi, vogliamo unire la nostra voce a quella di chi, da dentro, lotta per conquistare diritti e libertà.
A tutti e tutte loro va il nostro saluto e la nostra solidarietà.
Senza la vostra libertà non saremo mai liberi e libere!
Free Palestine Roma http://freepalestine.noblogs.org/
Un caso basco a Roma http://uncasobascoaroma.noblogs.org/
Comitato Carlos Fonseca http://comitatocarlosfonseca.noblogs.org/
LaPirata http://lapirata.indivia.net/
– Nodo solidale, Roma e Messico
– Nomads, Bologna, Berlino e Messico
– Collettivo Zapatista di Lugano
– Aderenti individuali
I PRIGIONIERI E LE PRIGIONIERE PALESTINESI
La popolazione palestinese resiste da più di 60 anni all’occupazione militare della propria terra, resistendo alle demolizioni delle case, al taglio degli ulivi e al sistematico furto d’acqua e delle risorse da parte di israele. Nella West Bank la libertà di movimento viene limitata da piu di 700 km di muro di separazione e centinaia di check point sparsi su tutto il territorio oltre che dall’incessante esproprio di terre e dalla costruzione delle colonie. Nei territori occupati nel 1948 più di un milione di persone vivono quotidianamente in uno stato di aprtheid mentre nella striscia di Gaza un milione e settecentomila persone subiscono da quasi dieci anni uno stato di assedio via cielo, via terra e via mare che ha trasformato quella lingua di terra nel più grosso carcere a cielo aperto che esista. La popolazione palestinese resiste quotidianamente al progetto coloniale sionista e per questo viene sistematicamente repressa e incarcerata. Più di 5000 uomini,donne e bambini palestinesi sono rinchiusi ad oggi nelle carceri israeliane. In oltre 60 anni di occupazione militare della Palestina più della metà della popolazione è stata arrestata almeno una volta nella vita, solo dal 1967 sono stati 750.000 i palestinesi detenuti dalle forze armate israeliane. Molti di loro hanno denunciato sequestri, violenze, minacce, torture, isolamento. Molti di loro sono reclusi per “detenzione amministrativa”, un procedimento che legittima la detenzione di una persona senza capi d’imputazione o prove a carico, detenzione che può essere rinnovata ogni 6 mesi senza limiti di tempo. Molti di loro sono persone anziane o malate, cui non viene permesso di ricevere visite o curarsi. Molti di loro sono ragazzi o bambini, condannati a decine di anni in carceri per adulti, secondo la legge, un anno di condanna per ogni pietra presumibilmente lanciata. Molti di loro sono morti, ma neanche così possono riacquistare la libertà. Israele è l’unico stato al mondo che mantiene la condizione detentiva anche in caso di decesso del prigioniero. Ennesimo infame sopruso nei confronti delle famiglie dei detenuti cui è impedito anche di poter seppellire e celebrare la morte dei propri cari. Nonostante tutto questo la popolazione palestinese continua a resistere a testa alta con dignità e anche se la lotta contro l’occupazione viene portata avanti quotidianamente, da quaranta anni il 17 aprile è diventata una giornata dove la solidarietà a tutti e tutte le prigioniere politiche viene rinnovata con forza.
Libertà per tutti i prigionieri e le prigioniere palestinesi
Libertà per la Palestina con Vik,al fianco di chi lotta,antifascist* e antisionist* sempre!
volantino distribuito a Roma il 17 aprile 2014