24 marzo
Dalle 7 di questa mattina il Campo di Aida e’ diventato una zona militare, a tutti gli abitanti del campo e’ vietato uscire di casa o avvicinarsi alla zona del muro. E’ vietato a chi abita nelle vicinanze del muro di uscire dalle proprie case. E’ stata chiusa la scuola maschile di Aida, vietando l’accesso agli studenti. Questo ha scatenato la rabbia delle famiglie del campo e sono ripresi gli scontri violenti tra gli shabab e l’esercito occupante che ha occupato e preso possesso di alcune case. L’esercito ha iniziato a mirare sui ragazzi del campo ferendone 5 fino ad adesso, tra di loro due donne una delle due e’ stata colpita nella parte intima. Gli scontri si sono fatti piu’ violenti gli shabab hanno fatto uso delle bombe a mano artigianali che hanno ferito molti dei militari occupanti. Tutt’ora l’esercito continua a ricostruire la parte del muro abbattuta.
23 marzo ore 19
Da una casa il lancio di sassi ferisce un soldato israeliano. Arrestati anche 7 persone della famiglia Abu Aker, la cui casa era stata occupata dall’esercito israeliano come avamposto.
Qui una corrispondenza di un compagno del Campo di Aida
Anche oggi stanno proseguendo violentissimi gli scontri al campo profughi di Aida (Betlemme) contro l’esercito israeliano.
Il dispiegamento delle forze israeliane è enorme, vi sono infatti circa un centinaio di soldati che hanno occupato il campo nel tentativo di riparare il buco creato dagli shabab di Aida nel muro dell’apartheid; il buco era stato chiuso ieri dalle forze sioniste ma gli attivisti sono riusciti a riaprirlo nottetempo. Ci segnalano anche la presenza di tre cecchini situati sul tetto di tre case del campo.
Nella giornata di oggi sono state occupate due case, ne è stata incendiata una e sono stati feriti dieci ragazzi.
I soldati attraverso gli altoparlanti si rivolgono in arabo, ebraico ed inglese agli abitanti del campo con insulti pesantissimi e non mostrano alcun tipo di rispetto o di riguardo nemmeno per le donne, gli anziani o i bambini.
Dopo 24 ore quasi ininterrotte di scontri, gli shabab cominciano a rispondere all’esercito sionista con armi artigianali.