Duri scontri al Campo di Aida

Ascoltiamo un compagno di Aida Camp che ci racconta le pesanti giornate di repressione.

1496596_529213443865339_1606543163_nLe forze di occupazione israeliane venerdì sera hanno preso d’assalto il campo profughi di Aida, Betlemme, lanciando una grandissima quantità di gas lacrimogeni in direzione delle case del campo. Sei persone, incluso un neonato di una settimana, sono rimaste intossicate dal gas  ed una fotografa italiana è strata ferita all’occhio da un proiettile di gomma. Una delle case del campo ha preso fuoco a seguito del lancio di lacrimogeni. Testimoni ed abitanti hanno raccontato a Palestine News Network che le forze israeliane hanno assaltato il campo verso sera ed hanno iniziato a sparare proiettili di gomma e gas lacrimogeni ovunque, il che ha portato all’incendio della casa di Ayed Abu Aker. Un proiettile di gomma ha ferito una fotografa italiana che lavora come freelance. La fotografa è stata trasferita all’ospedale di Beit Jala dove è stato deciso di fissare un intervento per domani mattina, in accordanza con le fonti mediche. Muhammad Lufti, un abitante del campo, ha raccontato che un grande numero di jeep militari israeliane è entrato nel campo attraverso l’entrata principale, fermandosi vicino alla scuola dell’UNRWA. Una volta lì, hanno iniziato a sparare gas lacrimogeni deliberatamente sulle case della gente, ferendo Bisan Murad Malash, una bambina di 7 anni, minacciando la sua stessa vita. Mosea al Shaer, membro del Sindacato dei Giornalisti Palestinesi, ha denunciato il ferimento della fotografa italiana. Egli ha raccontato a Palestine News Network che mirare alla fotografa italiana e colpirla specificatamente nell’occhio è parte della politica israeliana di intimidazione nei confronti dei giornalisti, tentando di impedirgli di filmare e documentare ciò che succede in Palestina. Ha inoltre sottolineato la necessità per la Federazione Internazionale dei Giornalisti di fare pressione su Israele per fermare questi attacchi diretti ai fotografi ed ai reporter.

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Giovedì notte attivisti palestinesi avevano creato un buco nel muro di segregazione israeliano vicino al campo profughi di Aida della città di Betlemme.  è la seconda volta che questo accade ad Aida, come un anno fa quando un altro gruppo di attivisti fece un buco nel muro e diedero fuoco ad una torretta di controllo israeliana vicino al campo. Le forze israeliane avevano assaltato il campo ed arrestato un numero di palestinesi in seguito a queste azioni. Oggi l’esercito israeliano ha obbligato Aida camp al coprifuoco per poter ricostruire il muro ma i giovani non rientrano a casa ma continuano gli scontri che ormai vanno avanti da ore.

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