Alaa è libero, l’Egitto ancora No!

La prima cosa che ha fatto dopo aver salutato la sua compagna e aver abbracciato per la prima volta il figlio nato mentre lui si trovava in un carcere di massima sicurezza, e’ stata andare direttamente in piazza Tahrir per ricordare le altre migliaia di persone ancora imprigionate nelle carceri dall’esercito.
Così Alaa, blogger e attivista egiziano, ha dimostrato che non possono essere né la repressione, né le uccisioni e né le migliaia di arresti a fermare la forza di una piazza che ha dato vita ad un processo rivoluzionario esploso poco meno di un anno fa ma che oramai da anni andava sedimantandosi nelle coscienze di migliaia di uomini e donne egiziane.
Alaa è libero ma migliaia di altre persone, tra le quali altri attivisti e blogger accusati di aver istigato le rivolte, sono ancora rinchiuse nelle carceri.

Le violenze sono continuate in questi mesi ma le piazze hanno continuato a riempirsi ed autodifendersi dalle continue provocazioni e attacchi armati portati avanti dall’esercito o da uomini in borgehese.
Le donne hanno risposto alle violenze impresse in qualche video riempendo la piazza in decine di migliaia per rivendicare il proprio posto nella rivoluzione in corso.
Alaa è nuovamente libero ma l’Egitto è ancora sotto l’assedio militare dello SCAF, che tenta ogni giorno di scippare col sangue una rivoluzione fatta da uomini e donne senza uniformi e senza armi ma con la deteminazione e la dignità dei propri corpi, della propria rabbia e creatività, una tenacia che li porta ancora oggi a resistere alla crescente violenza militare.

Alaa è libero mentre al Cairo anche la libertà di movimento diminuisce.
Dopo che la popolazione ha abbattuto un muro eretto mesi fa a protezione dell’ambasciata israeliana, l’esercito erige altri muri “di scurezza” intorno agli edifici del governo, nei pressi di piazza Tahrir, proprio nelle stesse strade che hanno visto una fortissima resistenza nelle ultime settimane, dove decine di persone sono state uccise e migliaia di altre ferite.
Non saranno dei muri a fermare un fiume in piena,
la Rivoluzione non si arresta!

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La marina israeliana attacca la Barca Oliva ferendo il capitano dell’imbarcazione

Oggi, alle 10:55 del mattino, una nave da guerra israeliana ha attaccato gli osservatori internazionali e il capitano palestinese dell’imbarcazione Oliva, del servizio civile e pacifico a Gaza (CPSGAZA) . Il capitano è stato ferito nel tentativo di affondare l’imbarcazione.

Guarda anche la video intervista che il Convoglio Restiamo Umani ha fatto al porto di Gaza con i pescatori.
http://vimeo.com/23754723

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Natale è passato…senza i suoi protagonisti

Se, anche quest’anno in Palestina, la grotta della natività a Betlemme è rimasta vuota a causa della chiusura del check point:

In Egitto Santa Claus non ha trovato un modo per portare i doni ai bambini di piazza Tahrir

Non c’è festività senza libertà
FreePalestine
FreeEgypt


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Piombo fuso: bandiera palestinese a Piazza Venezia

27.12.2011 Tre anni dall’inizio dell’Operazione Piombo Fuso a Gaza: la memoria tiene viva la rabbia
Questa mattina a Roma un gruppo di solidali  ha scelto il presepe installato in centro città, per ricordare il massacro della popolazione palestinese a Gaza durante i 22 giorni di bombardamento israeliano nell’operazione “Cast Lead”.

Oggi una bandiera palestinese sul presepe di Piazza Venezia, ha ricordato le 1417 persone morte sotto i bombardamenti al fosforo bianco,  l’assedio militare alla Striscia di Gaza, l’apartheid e il progetto coloniale sionista in West Bank.

 

Nei giorni in cui tutto il mondo ricorda l’esistenza di Betlemme e Gerusalemme come città simbolo di pace e fratellanza, poco viene raccontato della quotidianità di chi vive, oggi e da 60 anni, in Palestina. Violenza quotidiana, occupazione militare, regime d’apartheid restano gli strumenti spietati che Israele utilizza per realizzare il progetto coloniale sionista.

Autodeterminazione e libertà per la popolazione palestinese.
Rompiamo l’assedio a Gaza con Vik nel cuore.

Vittorio Arrigoni, Gaza
“Io e i miei compagni siamo coscienti degli enormi rischi a cui andiamo incontro, questa notte più delle altre; ma siamo certo più a nostro agio qui, nel centro dell’inferno di Gaza, di quanto lo saremmo mai stati nei paradisi metropolitani europei o americani, dove la gente festeggia il nuovo anno e non capisce quanto in realtà sia complice di tutte queste morti di civili innocenti.”

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Egitto: l’esercito e la repressione di piazza

Azza Sulayman (figlia di un generale dell’esercito)
picchiata dall’esercito a Piazza Tahrir per essere intervenuta nel pestaggio di un’altra ragazza.

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Egitto: Revolution in Progress

Azione davanti all’ambasciata egiziana di via Salaria a Roma in solidarietà con la rivoluzione egiziana e per la libertà di tutte le prigioniere e prigionieri politici arrestati dall’esercito.


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Nabi Saleh: cecchino dell’esercito israeliano spara e ferisce un ragazzo

Anche oggi, venerdì 23 dicembre, nel villaggio di Nabi Saleh continua la resistenza senza sosta contro l’occupazione sionista e l’esproprio di terre.
A due settimane esatte dall’uccisione di Mustafa Tamimi, oggi l’esercito occupante ha attaccato la manifestazione in difesa della terra di Palestina con proiettili veri, ferendo un ragazzo del villaggio alla gamba.
I proittili per fucile utilizzati oggi, calibro 22, sono gli stessi che l’esercito occupante utilizzò durante l’ ultimo grande massacro a Gaza (Piombo Fuso, dicembre 2009, più di 1400 morti in 22 giorni di bombardamento con il fosforo bianco) per disperdere le manifestazioni in West Bank, contro l’ennesima violenza, uccidendo 2 persone.
Il video che documenta l’aggressione di oggi:

Nel frattempo, in questi giorni, è uscito un nuovo video che documenta la giornata di lotta del 9 dicembre a Nabi Saleh, il giorno in cui è stato ucciso Mustafa Tamimi, abitante del villaggio, e l’attacco dell’esercito durante il funerale celebrato due giorni dopo:

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Boycott Israeli Apartheid: Non Mettere SodaStream sotto l’albero di Natale

Da StopAgrexcoItalia
DICEMBRE 2011, ROMA: Azione “deshelving”, attivisti rimuovono i prodotti della SodaStream in un supermercato COOP Italia, chiedendo ai clienti di boicottare SodaStream e Israele.

ROME, ITALY DECEMBER 2011
VIDEO: Activists “deshelve” SodaStream Products at a COOP Supermarket, urge clients to boycott Israel and SodaStream.
http://youtu.be/VkMrIQ1lTP0

No alle bollicine di Sodastream
L’acqua è limpida… gli affari di Sodastream, NO!

SodaSodastream, ditta israeliana che produce gasatori per l’acqua di rubinetto, spacciati per prodotti “eco-chic”, nasconde una brutta verità: il suo principale impianto di produzione si trova in un insediamento israeliano costruito illegalmente nei Territori palestinesi occupati.
Diciamo ai rivenditori e ai promotori dei prodotti Sodastream che non li vogliamo in Italia!

Le organizzazioni, associazioni, comitati e collettivi possono inviare adesioni a: stopsodastream[at]gmail.com

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Quotidiana violenza al checkpoint di Huwwara

Due foto che raccontano l’arroganza dell’esercito occupante durante i controlli nei checkpoint, nello specifico si tratta di due giovani fermati, arrestati, bendati e spogliati al presidio militare di Huwwara all’entrata della città palestinese di Nablus.
Vi intiamo a guardare i video evidenziati qui sotto, nonostante siano nulla rispetto a ciò che avviene ogni giorno tra tortura, umiliazioni, morti e divieti di circolare liberamente in Palestina:
1.“Checkpoint Cruelty”
2.“Checkpoint di Betlemme 4 del mattino”

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“Hit the settlers in the village of Asira”

17/12/2011 Un video che documenta un attacco dei coloni sionisti respinto dagli abitanti palestinesi del villaggio.
http://youtu.be/kC9SaGJlA-0

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