Alta tensione tra Fatah e Hamas – un morto negli scontri a fuoco

[da Repubblica.it]
Ieri il premier Haniyeh bloccato dagli israeliani al valico di Rafah
Poi gli spari alla frontiera. La vittima di oggi aveva 60 anni 
 

RAMALLAH – La situazione sembra precipitare nei territori palestinesi. Un palestinese è rimasto ucciso negli incidenti in corso a Ramallah, Cisgiordania, e diversi militanti di Hamas sono rimasti feriti. Lo riferisce la agenzia di stampa palestinese Maan secondo cui si tratta di un uomo di circa 60 anni, colpito alla testa da un proiettile. Dopo il fallito attentato di ieri al premier Ismail Haniyeh, le forze di sicurezza di Abu Mazen hanno aperto il fuoco su dimostranti di Hamas scesi in strada in Cisgiordania. E Haniyeh ha lanciato un appello questo pomeriggio a Gaza City perchè venga preservata l'unità nazionale e non venga sparso sangue palestinese.

Intanto un importante leader di Hamas, Khalil al-Hayya, ha accusato il presidente palestinese Mahmoud Abbas di condurre una guerra contro il movimento integralista. Hamas, ha inoltre affermato Hayya, respinge la proposta di elezioni anticipate, e anche quella, alternativa, di un referendum sull'opportunità del voto.

Sempre oggi il presidente palestinese Abu Mazen si è detto "dispiaciuto" per i tiri che ieri hanno colpito il convoglio del premier di Hamas Ismail Haniyeh presso il valico di Rafah, al suo rientro Gaza dopo una tournée mediorientale, uccidendo una sua guardia del corpo e ferendo cinque persone, fra cui un figlio di Haniyeh ed un consigliere politico del premier.

Un attacco che Hamas ha direttamente imputato alla guardia presidenziale dell'Anp, Forza 17, che fornisce il servizio di guardia di frontiera sul versante palestinese del valico di Rafah. Un'accusa che la guardia presidenziale ha smentito in maniera categorica.

Ma la radio israeliana avanza l'ipotesi che lo scontro a fuoco si frutto di un equivoco. E cioè che non si tratti di un attentato. Secondo la radio all'ingresso di Haniyeh nella striscia di Gaza centinaia di miliziani di Hamas avrebbero sparato in aria in segno di giubilo. Ma le guardie del corpo di Haniyeh si sarebbero sentite in pericolo e avrebbero sparato sulla folla per disperderla. I miliziani, a quel punto, avrebbero risposto al fuoco.

Dopo lo scontro, però, l'odissea di Haniyeh non è finita. Il premier ed il suo seguito sono stati trattenuti in territorio egiziano per quasi otto ore per il rifiuto di Israele di farlo rientrare dalla sua tournée diplomatica in vari Paesi musulmani, fra cui l'Iran, dove aveva raccolto una somma stimata in 35 milioni di dollari, aggirando l'embargo internazionale contro il governo di Hamas. Una tesi che cozza con la versione data dal portavoce del dipartimento di Stato americano, Sean McCormack: "Il blocco è opera di Abu Mazen".

Alla fine Haniyeh ha potuto rientrare finalmente a Gaza grazie ad un compromesso che, pur non consentendogli di portare i 35 milioni in patria, gli ha permesso di depositarli oggi su un conto intestato alla Lega Araba al Cairo, con la garanzia dell'Egitto che non arriveranno nelle casse del governo di Hamas.

E sui fatti di Rafah è intervenuto anche il ministro degli Esteri Massimo D'Alema puntando il dito "sulla responsabilità di Israele che in tutti questi mesi ha tenuto chiuso il valico". Secondo D'Alema, chiudendo il valico Israele di fatto "ha ostacolato la piena attuazione dell'accordo per la libertà di accesso e di movimento a Gaza". "Si è evitato il peggio grazie alla saggezza dell'azione delle forze europee, in particolare del generale Pistolesi", ha spiegato il titolare della Farnesina.

(da Repubblica, 15 dicembre 2006)

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