Um Salamona: perchè distruggere gli ulivi?

La notte tra il 5 e il 6 dicembre un lavoratore del paese di Um Salamona tornava alla sua abitazione intorno alle 11 e 30 di sera passando alle pendici del monte notava la presenza di diverse jeep militari. La mattina dopo palestinesi e internazionali hanno trovato diversi alberi sdradicati, altri bruciati o semplicementi "scomparsi", sono riusciti a contarne 50 circa. Il propretario del campo ha chiesto subito ai militari ed alla polizia israeliana come mai non avessero farmato l’aggressione senza ovviamente accennare al fatto che sapesse già della loro connivenza, questi hanno ufficialmente risposto che pur intervenendo non erano riusciti a identificare l’aggressore. Ricevuta questa versione dei fatti, l’agricoltore ha chiesto formalmente che venissero visionati i video, visto che il campo in questione è monitorato 24h24h da diverse telecamere, data la sua posizione strategica. In attesa di una risposta il proprietario del campo ha contatatto il tribunale israeliano che ha  fissato l’appuntamento in mattinata proprio sulla collina in questione. Il funzionario giunto ha comunicato telegraficamente questi tre punti: il colono non è stato idantificato, d’altronde i coloni tagliano ulivi dappertutto. Se il campo sarà ancora lavorato con il supporto di internazionali, sarà dichiarato territorio militare e espropriato immediatamente, se la presenza di internazionali sarà sospesa sino a venerdì potrebbe essere concessa l’autorizzazione
a lavorare il terreno con macchinari agricoli. Incassati questi semplici concetti il proprietario si è recato ad Um Salamona per confrontarsi con il comitato popolare e alcuni internazionali. E’ emerso dalla discussione che la volontà primaria  da parte
della forza d’occupazione è quella di spaventare, non avendo di fatto nessun appiglio legale nemmeno per formulare tali minacce di esproprio. Mercoledi 9 dicembre è fissato un nuovo appuntamento per presidiare e continuare i lavori, anche con gli internazionali. Guarda le foto (123)

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