12 febbraio manifestazione a Al Masara



Prima dell’inizio della manifestazione settimanale a Ma’asara si è avuto notizia che un pullman di militanti comunisti palestinesi proveniente da Betlemme era trattenuto dall’esercito. Un piccolo gruppo di attivisti israeliani si è dunque recato sul posto per rendersi conto della situazione. Sulla strada che portava al villaggio, un gruppo di alcune decine di palestinesi era circondato da soldati e poliziotti. Al gruppo di attivisti veniva proibito di entrare in contatto con i palestinesi che erano in stato di arresto. Poco dopo i soldati li hanno costretti a risalire sul pullman e ritornare a Betlemme dove i palestinesi hanno potuto riavere i loro documenti di riconoscimento. A causa di ciò la manifestazione ha avuto una partecipazione limitata (circa 40 tra palestinesi, internazionali e israeliani, inclusa la una banda di percussionisti Samba). I soldati, sulle prime sorpresi a vedere i dimostranti marciare intorno al solito filo spinato steso sulla strada, hanno presto reagito quando i manifestanti si sono diretti verso i campi, dichiarando l’area zona militare chiusa. Un attivista locale ha dunque tenuto un intervento in inglese, a conclusione del quale la manifestazione si è sciolta. Mentre le persone stavano ritornando al villaggio seguite dai soldati, questi ultimi hanno cominciato a sparare lacrimogeni. Due jeep hanno inseguito alcuni dimostranti fin dentro il villaggio, mentre i soldati continuavano a sparare lacrimogeni,  minacciando di arrestare gli altri attivisti. Alla fine di tutto ciò i dimostranti hanno fatto ritorno al villaggio incolumi e senza subire alcun arresto.

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