Cinque anni di lotta a Bil’in: un migliaio di dimostranti smantellano il muro

Una settimana dopo l’inizio dei lavori per modificare il tracciato del Muro a Bil’in, più di un migliaio di manifestanti hanno celebrato il quinto anno di lotta smantellandone una parte e occupando un avanposto dell’esercito. Tra i manifestanti c’erano il primo ministro palestinese Salam Fayyad, Nabil Sha’th, Mustafa Barghouthi e il sindaco di Ginevra.

Una settimana dopo la vittoria che ha costretto Israele cominciare i lavori per la modifica del tracciato del Muro, nel contesto di un’ondata repressiva senza precedenti contro la lotta popolare, più di mille manifestanti hanno preso parte, nella ricorrenza del quinto anno dall’inizio della lotta contro la costruzione del Muro, ad una dimostrazione nel villaggio di Bil’in nei territori occupati della West Bank. Il momento culminante della manifestazione è stato quando una dozzina di manifestanti hanno smantellato circa 40 metri del muro e sono entrati nelle terre di proprietà del villaggio. I manifestanti sono anche riusciti ad occupare brevemente l’avanposto militare adiacente.media@popularstruggle.org

Per esprimere la propria solidarietà con la lotta popolare e la resistenza di Bil’in, centinaia di persone provenienti da tutta la West Bank si sono unite alla manifestazione così come attivisti israeliani ed internazionali.
Tra i partecipanti, il sindaco di Ginevra, Nabil Sh’ath, Mustafa Barghouthi and il primo ministro palestinese Salam Fayyad che ha dichiarato che la resistenza popolare com’è stata pratricata a Bil’in è in grado spingere l’opinione publica internazionale a condannare l’occupazione. Durante la manifestazione due dimostranti sono stati leggermente feriti.
Uno è stato colpito alla gamba da un lacrimogeno, l’altro è stato colpito allo stomaco da un proiettile rivestito di gomma.
Mohammed Khatib, un attivista del villaggio, ha dichiarato che: “Il tribunale israeliano già due anni fa aveva deciso che in questa zona il tracciato del Muro doveva essere modificato, ma è la nostra lotta che ha costretto l’esercito ad rispettare la sentenza, non il loro tribunale”.
Khatib ha poi aggiunto: “al contrario della sentenza israeliana che ne contempla la demolizione parziale,la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia aveva deciso che il Muro sarebbe dovuto essere completamente
smantellato. Oggi i dimostranti hanno dato un contributo importante in questa direzione”.
La settimana scorsa, due anni e mezzo dopo la sentenza della Corte Suprema israeliana che dichiarava illegale il tratto di Muro che attraversa le terre del villaggio, sono finalmente iniziati i lavori preliminari per mettere in atto la sentenza che ingiunge di modificare il tracciato del Muro.

Dall’emanazione della sentenza, lo Stato è stato per ben due condannato per oltraggio alla corte, per aver ignorato la sentenza.
Circa 680 dunams dei 2,000 dunams attualmente esproipriati dal muro saranno restituiti al villaggio come effetto della sentenza. Benché la modifica del tracciato sia considerata una vittoria, i dimostranti hanno dichiarato che continueranno la protesta finché l’Occupazione non avrà termine e il Muro non sarà completamente smantellato.
Altre manifestazioni contro il Muro e l’espansone degli insediamenti si sono svolte a presso I villaggi di alMa’sara, a sud di Betlemme, Ni’ilin e Nabi Saleh, dove 10 dimostranti, sono stati colpiti da proiettili rivestiti di gomma tra questi uno svedese è stato colpito alla bocca.

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