“La tortura non esiste”

La tortura non esiste

Con queste poche parole il consolato italiano a Gerusalemme ha provato ad
uscire dall’imbarazzo dopo l’ultimo arresto de* compagn* italian* in
Palestina proprio nella famosa zona A della West Bank, ovvero quella in cui
l’esercito israeliano non dovrebbe intervenire e dove, invece, nonostante la
forte resistenza, continuano le incursioni notturne mentre avanza la
costruzione del muro dell’apartheid e l’espansione degli insediamenti
sionisti.

300 minorenni palestinesi nelle carceri israeliane, tortura psicologica e
fisica sistematizzata, internamento nelle prigioni a cielo aperto dove
continua a piovere il fuoco assassino dell’esercito occupante, restrizioni
nello spostamento, usurpazione delle terre…eppure la tortura non esiste.

Come trofei vinti al concorso della disumanità, nelle centrali della
polizia israeliana sono esposte in bella vista le foto che ritraggono visi
sorridenti e soddisfatti di donne in divisa mentre umiliano il proprio
bottino: un essere umano, bendato e inginocchiato.
Un esempio di come negli stati capitalisti e autoriutari, la tanto
sbandierata emancipazione di genere si manifesta unicamente come esercizio
di potere, in questo caso nella soggiocazione compiaciuta della vita
altrui.

 

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