Palestina: ci rifiutiamo di morire in silenzio

I comitati popolari palestinesi denunciano la persecuzione ingiusta verso capi della resistenza popolare in Palestina. In particolare, dobbiamo fortemente condannare l’israeliano Shin Bet perchè nega al signor Iyad Burnat il permesso di lasciare
la Palestina. Eyad è il capo del locale Comitato Popolare di resistenza agli Insediamenti e al Muro dell’Apartheid di Bilin. E ‘stato invitato in Italia e in Svizzera, in diverse sedi per parlare sul tema della resistenza palestinese non violenta.
I suoi ospiti, tra cui il Mayer di Ginevra (Remy Pigany) e gli organizzatori della marcia della pace in Italia, erano costernati quando sono stati informati che le  autorità israeliane hanno rifiutato di lasciare il signor Burnat attraversare il ponte verso la Giordania il 1 maggio 2010.
Le autorità israeliane hanno fatto aspettare il signor Burnat per 3 ore prima di comunicargli il divieto di uscire dal paese.
Il tentativo di negare, alle persone impegnate nella resistenza civile, di raccontare  le loro storie all’estero è parte di uno schema di intimidazione e persecuzione, teso a
porre fine a questa forma di resistenza. Le azioni israeliane si adattano bene alle politiche  che mirano a garantire con la propaganda israeliana che la comunicazione sia disponibile solo nella parte occidentale e a recidere ogni legame tra il popolo Palestinese e la gente di tutto il mondo. Nel corso degli anni di lotta, non abbiamo mai desistito, anche nonostante l’uccisione di  manifestanti pacifici come il nostro collega, Bassem Abu Rahma nell’ aprile 2009  e il rapimento e la detenzione di centinaia di manifestanti pacifici. Nelle nostre manifestazioni settimanali, le autorità israeliane hanno usato tutti i tipi  di armi, gas lacrimogeni con sostanze chimiche,tubi flessibili ad alta potenza, munizioni e altre armi sperimentali. Iyad Burnat ha 37 anni, è sposato e padre di quattro bambini piccoli. E ‘stato arrestato per la prima volta durante la rivolta del 1987 e imprigionato per due anni nel 1992. E ‘stato ferito più volte nelle manifestazioni di resistenza non violenta a Bilin.
Ci opponiamo con forza alle misure adottate contro il nostro  collega Eyad Burnat, tra cui:
– La negazione del suo diritto di viaggiare senza spiegazione
– La negazione del suo diritto di lasciare l’area A ( richiesta bizzarra poiché questa è meno del 10% della Cisgiordania ed è molto frammentata, quindi per spostarsi all’interno della zona A bisogna necessariamente passare per le zone B e C) considerato che sarebbe arrestato nel caso lo facesse
-La Proibizione a partecipare a manifestazioni pacifiche

È possibile contribuire:

1) scrivendo lettere alle ambasciate israeliane in tutto il mondo e ai ministri di Israele

2) pubblicizzando queste politiche ingiuste

3) intensificando la solidarietà internazionale con la giusta causa palestinese
unendosi a noi in dimostrazioni e impegnandosi in boicottaggi,
disinvestimenti e sanzioni

ci rifiutiamo di morire in silenzio.

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