Israele: non comprare il male

Boicottare le merci prodotte dai coloni israeliani insediati nei Territori palestinesi con l’aiuto del telefonino e di un clic. Il boicottaggio – azione di protesta di lungo corso, rilanciata di recente da Ramallah e da pacifisti israeliani – diventa ora più semplice grazie a ‘Buy no Evil‘ (Non comprare il male): una nuova applicazione per smart phone messa a punto da due giovani blogger israeliani, Noam Rotem e Itamar Shaltiel, impegnati entrambi nel fronte che contesta l’occupazione e la colonizzazione dei Territori. «Comprare un prodotto – spiegano i due – significa dare ossigeno al produttore. Noi crediamo che il consumatore debba avere tutte le informazioni per decidere chi e cosa sostenere». Oltre a liste di merci «made in the settlements» (prodotte nelle colonie), l’applicazione, disponibile gratis su Google, fornisce una mappa in cui gli insediamenti sono rappresentati come piccole case blu, mentre gli avamposti selvaggi (riconosciuti come illegali dalle stesse autorità israeliane) sono in rosso: cliccandoci sopra, l’utente ottiene il nome della colonia e informazioni sul territorio che occupa. Con un secondo clic, si apre poi una finestra con il profilo dettagliato della colonia in questione: anno di fondazione, crescita demografica, eccetera. La storica organizzazione pacifista Peace Now ha accettato di collaborare all’iniziativa e aggiornerà in tempo reale la mappa. Non solo: segnalerà anche eventuali episodi di violenza che dovessero avvenire nelle aree dei vari insediamenti.

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