A causa delle restrizioni israeliane ai movimenti dei calciatori palestinesi, il presidente della UEFA, Michel Platini potrebbe infatti riconsiderare l’adesione di Israele. Critiche che arrivano dopo che le autorita’ israeliane hanno negato a 6 giocatori della squadra palestinese di uscire da Gaza per disputare una partita contro la Mauritania, prevista nel mese di agosto. “Motivi di sicurezza”, cosi avrebbero dichiarato le autorita’ israeliane, spiegando che i suddetti giocatori non erano in possesso del giusto permesso. Diverse proteste si sono tenute in Cisgiordania, soprattuitto ad Al- Ram (vicino Ramallah dove ha sede lo stadio inaugurato nel 2008) e il Presidente della Federazione Calcio palestinese Djibril Rajoub ha chiesto alla UEFA e alle altre organizzazioni sportive internazionali di prendere provvedimenti in proposito, chiedendo “la rimozione di Israele”.A Nyon, sede della UEFA, Platini ha incontrato in queste settimane Djibril Rajoub, per esaminare fascicoli relativi allo sport nei Territori Palestinesi e ai provvedimenti restrittivi imposti da Israele sia all’interno che all’esterno dei territori. In tale occasione, Platini avrebbe dichiarato: “Israele e’ stato accettato in Europa in accordo con le condizioni che regolamentano l’appartenenza alla UEFA. Dovranno rispettare le leggi ed i regolamenti dello sport internazionale, altrimenti non vi e’ alcuna giustificazione per la loro permanenza in Europa». Israele partecipa al calcio europeo a partire dal 1994, quando cioe’ ricevette un invito speciale. Platini ha anche aggiunto che il presidente della FIFA , Sepp Blatter avrebbe usato toni simili nel corso di una conversazione telefonica privata.
Il calcio palestinese e’ da sempre vittima dell’occupazione israeliana, sebbene in modo informale ci siano sempre stati accordi da parte israeliana, per consentire il normale svolgimento delle attivita’ calcistiche, come segnale di un “gesto umanitario”. Dal 1977 comunque solo 7 stagioni del campionato nazionale sono state regolarmente portate a termine. E i giocatori vengono di norma sottoposti a violenza e intimidazioni. Due giocatori di Gaza (della squadra nazionale), Ayman Alkurd e Wajeh Moshate, sono stati uccisi durante il brutale assalto denominato in codice da Israele, Operazione Piombo Fuso e lo stadio nazionale della Striscia e’ stato completamente distrutto dai bombardamenti dell’aviazione e dei droni isrealiani.
La nazionale di calcio palestinese è stata fondata nel 1962 ma venne riconosciuta dalla FIFA solo nel 1998, dopo la creazione dell’Autorità Nazionale Palestinese nel 1994. Le partite in casa sono state per lunghi periodi disputate a Doha in Qatar o in altri paesi arabi, mentre gli allenamenti avvenivano in territorio egiziano. Eppure nonostante le notevoli difficolta’ organizzative, la Federazione Calcio Palestinese (PFF) e’ notevolmente cresciuta, grazie anche al suo discusso Presidente Rajoub, che ha costruito un vero e proprio impero calcistico. La nazionale ha scalato la classifica FIFA, riuscendo a passare dal 191º posto dell’Agosto 1999 al 115° dell’Aprile 2006. Nel dicembre del 2008 e’ stato anche inaugurato un nuovo stadio fra Gerusalemme e Ramallah, ad Al-Ram: dedicato alla memoria del dirigente OLP Faisal Husseini e costruito con i finanziamenti arrivati dalla FIFA, Francia, Arabia Saudita e Abu Dhabi. Uno stadio che oltre agli uffici della Federcalcio palestinese, ospita anche 6500 spettatori e dove la nazionale ha disputato la sua prima partita internazionale casalinga in assoluto, il 27 ottobre 2008, contro la Giordania. Partita finita 1 a 1.
A gennaio del 2009, al Gran Gala’ FIFA, sali’ sul podio anche la Federazione Calcio Palestina come migliore lega emergente. Sempre nel 2009, oltre 15.000 spettatori hanno assistito alla partita della squadra femminile palestinese, giocata in Giordania. Il calcio in rosa nasce in Palestina nel 2005, con una sola squadra, mentre oggi c’e’ una lega intera composta da oltre 6 team, ma le giocatrici di Gaza ne rimangono escluse, date le restrizioni di movimento imposte da Israele.