Come annunciato da tempo, Israele si allinea alla vicina Europa nelle politiche razziste e capitaliste di regolamentazione dei flussi migratori e come suo solito non può che sperimentare la maniera più brutale:
E’ iniziata il 22 novembre la costruzione di una barriera di reti elettrificate e sensori, lunga 250 km, sul confine con l’Egitto per impedire l’accesso ai migranti africani tra i quali molti richiedenti asilo.
Il progetto, dal costo di 372 milioni di dollari, sarà completato in un anno e secondo Benjamin Netanyahu dovrà fermare la minaccia al “carattere ebraico e democratico dello Stato di Israele”.
Il premier sionista, nonostante le resistenze della popolazione civile incontrate rispetto respingimenti e deportazioni, ha sempre dichiarato d’ispirarsi al suo caro amico Berlusconi per il modello perfetto di “salvaguardia” delle frontiere e di difesa dell’identità italiana.
Non abbiamo dubbi sull’efficacia dei sistemi tecnologici che la Finmeccanica fornisce ad Israele per il controllo e l’oppressione delle persone, siamo pienamente convinti che il piano d’Israele di rendere schiavi e schiave le/i palestinesi stia dando i suoi frutti e che per il momento non ci sia bisogno di altra carne da sfruttare.
Un’ulteriore frontiera, oltre al muro dell’apartheid e i checkpoint, che strangolerà ulteriormente la popolazione palestinese impedendo la libera circolazione delle persone ed ogni tipo di sostegno internazionale.
Nessun muro e nessuna frontiera, fermiamo l’Apartheid!