Mettiamo in evidenza il dossier “Una piovra artificiale”.
Documento sul ruolo di Finmeccanica nel controllo dei nostri territori e nelle relazioni internazionali tra stati assassini, pubblicato da chi cura il blog “Rompere le righe. Contro la base di Mattarello, contro la guerra”. Con l’idea che il lavoro d’inchiesta possa indirizzare la nostra rabbia nei confronti di chi non dimostra semplicemente complicità con l’occupazione sionista, ma si arricchisce nel quotidiano massacro considerando la terra di Palestina come il proprio laboratorio di sperimentazione.
Ciò che Italia e Israele chiamano collaborazione nel campo della difesa sappiamo quanto sia indirizzato all’aggressione e all’oppressione di chi rifiuta di morire in silenzio tra sfruttamento, segregazione ed espropriazione delle terre. Nel 2005 lo stato italiano ha approvato la legge di ratifica dell’Accordo di cooperazione militare fra Italia e Israele, firmato nel 2003 dall’esecutivo Berlusconi. L’Accordo definisce le linee direttrici della cooperazione militare nei seguenti aspetti: formazione e addestramento, partecipazione di osservatori a manovre militari, visita di navi ed aerei, politica degli approvvigionamenti e industria per la difesa, interscambio dei materiali d’armamento, ricerca e sviluppo e produzione militare. Inoltre i due Paesi incoraggeranno le rispettive industrie del settore. Nulla viene detto sul raccordo con la legge 185/1990 che, nel disciplinare il commercio delle armi italiane, vieta le vendite a Paesi in guerra e responsabili di gravi e accertate violazioni delle convenzioni internazionali dei diritti umani. Addirittura, le attività svolte in base al predetto Accordo sono sottoposte a vincoli di segretezza, pertanto neppure il Parlamento può sapere cosa effettivamente viene fatto in base all’Accordo. Tanto perchè non sembri solo qualcosa di annunciato in pompa magna senza alcuna applicazione effettiva, incolliamo di seguito una notizia comparsa nelle agenzie di stampa nel novembre 2010:
Italia-Israele: esercitazione aerea in Sardegna
TEL AVIV – Una esercitazione congiunta di due settimane dell’aeronautica militare israeliana assieme con quella italiana si è svolta dal 16 al 26 novembre in Sardegna. Lo ha reso noto un portavoce militare a Tel Aviv. Il portavoce ha precisato che da Israele hanno preso parte due squadroni di F-15 della base di Tel Nof (a sud di Tel Aviv) e due squadroni di F-16 della base di Nevatim (Neghev). Per la prima volta in esercitazioni del genere è stato impiegato anche un “Eitam” G550, il drone (aereo senza pilota) di maggiori dimensioni costruito finora in Israele. ”L’esercitazione – ha affermato il portavoce – è stata condotta per mantenere le capacità operative dell’Aeronautica militare israeliana e per addestrare gli equipaggi in spazi aerei vasti e non familiari”. Esperienze come questa, ha aggiunto, consentono all’aviazione israeliana di imparare da quelle straniere e di familiarizzarsi con le tattiche militari della Nato. Il portavoce ha rilevato che l’esercitazione era stata programmata da tempo. All’esercitazione aerea italo-israeliana, chiamata in codice ”Vega 2010”, hanno partecipato oltre 600 militari e 38 velivoli di vario tipo che si sono rischierati nella Base aerea di Decimomannu, sede del Reparto sperimentale e di standardizzazione al tiro aereo.
Per l’Italia hanno partecipato i Tornado ECR del 50/o Stormo, gli F-16 A ”Fighting Falcon” del 37/o Stormo, gli Amx ”Ghibli” del 32/o Stormo, un MB-339A adibito al controllo meteo, e gli Eurofighter ”Typhoon” del 4/o Stormo (tutti di fabbricazione Finmeccanica).
FreePalestine Roma invita tutti e tutte a diffondere questo dossier, a continuare il lavoro d’inchiesta e a gridare forte la propria rabbia perchè l’infamia non continui sulle nostre teste e non venga esportata in nostro nome.