Noi non staremo in silenzio

NOI NON STAREMO IN SILENZIO: DICHIARAZIONE SULLA LEGGE ISRAELIANA ANTIBOICOTTAGGIO

“Stiamo per arrestarvi, ma è difficile perchè tutto ciò che fate è parlare”
un soldato israeliano all’organizzatore palestinese Mohammad Othman, 2009

tradotto da boycottisrael

Noi, cittadini israeliani, membri di Boicott! (Boycott! Supporting the Palestinian BDS Call from Within), con la presente dichiarazione reiteriamo il nostro supporto e sostegno al Palestinian Call for Boycott, Divestment and Sanctions contro Israele, fino a quando non si accorderà alle leggi internazionali e ai principi universali dei diritti umani. Lo dichiariamo nonostante la nuova legislazione della Knesset israeliana che punta a penalizzare le attività nostre e dei nostri partner, limitando libertà di parola e organizzazione politica e ancora più importante – proibendo ai cittadini israeliani di agire secondo la loro coscienza quando questa entra in conflitto con le deplorevoli politiche di stato.
La legge anti-BDS non è il primo tentativo di mettere a tacere la campagna BDS.
Nel corso degli anni, Israele ha trattenuto leaders palestinesi, attivisti, portavoce e organizzatori sotto fermo amministrativo e senza accuse, o a volte con accuse draconiane come “istigazione” e organizzazione di “manifestazioni illegali”. Il 22 settembre 2009, Mohammad Othman, 34 anni, è stato trattenuto all’Allenby Crossing mentre stava tornando dai Territori Occupati dopo aver partecipato ad un meeting con il Ministro norvegese delle finanze Halvorsen. Prima, in quello stesso mese, il ministro Halvorsen aveva annunciato il disinvestimento dalla compagnia Israeliana Elbit per “questioni etiche”. Othman è stato arrestato e trattenuto senza accuse o processi, con un ordine di fermo amministrativo illegale e ha speso molti dei 113 giorni di detenzione in isolamento.
L’imprigionamento di attivisti politici è per lo più una pratica di routine contro i sostenitori dei diritti umani dei palestinesi.

Come molte altre pratiche repressive, la legge appena approvata da Israele, che definisce anche multe e il pagamento di una “compensazione” da parte di cittadini o residenti israeliani che iniziano o incoraggiano il boicottaggio di Israele – è destinato a fallire. Con la presente dichiarazione supportiamo e promuoviamo la recente Chiamata Palestinese per un immediato e globale embargo militare su Israele dovuto al suo continuo ricorrere alla violenza e ad attacchi assassini su civili palestinesi e arabi; siamo con Jewish Voice for Peace nella loro campagna per portare TIAA-CREF a disinvestire dall’occupazione israeliana; e supportiamo e incoraggiamo tutte le altre campagne di disinvestimento relative al BDS, come la campagna “Derail Israel’s Unlawful A1 Train Project”.

Infine, abbiamo bisogno che gli artisti che hanno fissato spettacoli in Israele mandino un chiaro messaggio, che l’occupazione israeliana, la discriminazione istituzionalizzata propria di Israele sui cittadini Palestinesi, e la negazione israeliana del diritto al ritorno e della compensazione per i profughi palestinesi – non sono ne’ ok ne’ normali – come una volta ha detto Maxi Jazz dei Faithless. Roxette, Ziggy Marley, Dream Theatre, George Benson, Nino Katamadze, Paul Simon and John Cale- e rischiamo una seria persecuzioni per averlo detto- date ascolto alla chiamata BDS e cancellate i vostri spettacoli in Israele!

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