La prima cosa che ha fatto dopo aver salutato la sua compagna e aver abbracciato per la prima volta il figlio nato mentre lui si trovava in un carcere di massima sicurezza, e’ stata andare direttamente in piazza Tahrir per ricordare le altre migliaia di persone ancora imprigionate nelle carceri dall’esercito.
Così Alaa, blogger e attivista egiziano, ha dimostrato che non possono essere né la repressione, né le uccisioni e né le migliaia di arresti a fermare la forza di una piazza che ha dato vita ad un processo rivoluzionario esploso poco meno di un anno fa ma che oramai da anni andava sedimantandosi nelle coscienze di migliaia di uomini e donne egiziane.
Alaa è libero ma migliaia di altre persone, tra le quali altri attivisti e blogger accusati di aver istigato le rivolte, sono ancora rinchiuse nelle carceri.
Le violenze sono continuate in questi mesi ma le piazze hanno continuato a riempirsi ed autodifendersi dalle continue provocazioni e attacchi armati portati avanti dall’esercito o da uomini in borgehese.
Le donne hanno risposto alle violenze impresse in qualche video riempendo la piazza in decine di migliaia per rivendicare il proprio posto nella rivoluzione in corso.
Alaa è nuovamente libero ma l’Egitto è ancora sotto l’assedio militare dello SCAF, che tenta ogni giorno di scippare col sangue una rivoluzione fatta da uomini e donne senza uniformi e senza armi ma con la deteminazione e la dignità dei propri corpi, della propria rabbia e creatività, una tenacia che li porta ancora oggi a resistere alla crescente violenza militare.
Alaa è libero mentre al Cairo anche la libertà di movimento diminuisce.
Dopo che la popolazione ha abbattuto un muro eretto mesi fa a protezione dell’ambasciata israeliana, l’esercito erige altri muri “di scurezza” intorno agli edifici del governo, nei pressi di piazza Tahrir, proprio nelle stesse strade che hanno visto una fortissima resistenza nelle ultime settimane, dove decine di persone sono state uccise e migliaia di altre ferite.
Non saranno dei muri a fermare un fiume in piena,
la Rivoluzione non si arresta!