Il racconto di Badia, del gruppo Youth against settlement, fermato e legato alla rete

Il sito di:Youth against settlement

“Questa storia è successa a me.
Mentre stavo andando verso Tel Rmeideh ho incontrato un gruppo di soldati. Ho continuato a camminare e me li sono lasciati alle spalle. Poi ho deciso di raccogliere qualche mandorla da alcuni alberi. Un soldato mi ha chiesto di andare da lui: sono tornato indietro, mi ha chiesto il documento. Gli ho risposto “Ma vi sono appena passato davanti e non mi avete fermato! Perchè mi hai chiesto di tornare indietro?” “Perchè mi andava!” ha risposto. “A me no!” ho risposto io. “Sei in arresto” mi ha detto, e voleva mettermi le manette. “Non avete ragioni per arrestarmi, neanche secondo le leggi israeliane”.
In quel  momento non c’era nessuno che potesse testimoniare l’accaduto. Mi sono rifiutato di farmi mettere le manette e ho fatto resistenza contro i 4 soldati che cercavano di bloccarmi in una maniera ingiustificabile. Un soldato mi ha tirato su la gamba, mentre gli altri mi hanno legato e aggredito verbalmente e fisicamente. Mi hanno crocifisso come si vede nella foto. Più tardi sono arrivati alcuni attivisti dell’ISM e hanno scattato delle foto. I soldati hanno cercato di cacciarli, ma non ci sono riusciti. Poi mi hanno slegato e hanno cercato di portarmi all’interno della colonia, ma io ho rifiutato finchè non fosse presente la polizia. Nel frattempo un attivista li ostacolava. La polizia è arrivata dopo un po’ di tempo e un soldato ha rovinato il mio documento. Quando è arrivata la polizia gli ha detto che sospettava che il mio documento fosse falso, il che era un pretesto per arrestarmi.
Ho avuto fortuna perchè gli agenti di polizia sono stati professionali; gli ho raccontato la situazione aggiungendo che il comandante ha creato problemi e aggredito palestinesi senza alcuna ragione. Alla fine sono stato rilasciato.”

Testimonianza video:

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