Queer contro l’Apartheid di Israele al Vancouver Queer Film Festival: “Dichiaratevi contro l’Apartheid israeliana”

Ringraziamo BDS-Italia per la traduzione che abbiamo scelto di riportare anche sul nostro blog. Fonte: Pinkwatching Israel

(Vancouver, Coast Salish Territories). Attivist* queer e solidali si sono riuniti fuori dal Vancouver Queer Film Festival (VQFF) durante la proiezione di “The Invisible Men”, portando cartelli glitter e distribuendo volantini rosa ai partecipanti del festival.

Si sono riuniti sotto il nome “Queer contro l’Apartheid israeliana” (QuAIA) per rispondere alla proiezione di due film al VQFF – “The Invisible Men” e “Joe + Belle” – che hanno entrambi ricevuto finanziamenti dal governo israeliano e il sostegno da parte di istituzioni culturali israeliane. In risposta alla proiezione di questi due film, QuAIA ha chiesto al VQFF di dimostrarsi solidali con i queer palestinesi e dichiararsi contro il regime di Apartheid israeliano.

“Il governo israeliano cerca di distrarre l’attenzione dalla sua brutale occupazione della Palestina attraverso campagne di pubbliche relazioni che presentano Israele come un amico dei queer ovunque”, ha dichiarato Isabel Krupp.

Secondo Arielle Friedman, “I tentativi di Israele di usare il pinkwashing per nascondere le politiche di apartheid comprendono finanziamenti e sostegno a film come “The Invisible Men”, che non rappresentano la realtà di Israele come uno stato colonialista”. Friedman ha sottolineato che “quando film come questo – prodotto da cineasti israeliani e sostenuti dallo Stato di Israele – vengono proiettati nei festival queer, si perpetua il mettere a tacere dei queer palestinesi che tutti i giorni resistono alla colonizzazione come minoranze queer”.

L’azione di QuAIA non è stata la prima a prendere parola sul film “The Invisible Men” per la sua complicità con lo stato di Israele e il pinkwashing. Al San Francisco International LGBT Film Festival 2012, attivist* queer hanno interrotto il direttore esecutivo del Festival durante la presentazione del film, criticando il festival per essere coinvolto nel pinkwashing attraverso la collaborazione con il Consolato israeliano. Quando il regista di “The Invisible Men”, Yariv Mozer, ha dovuto affrontare gli attivisti, ha risposto etichettando la Cisgiordania e Gaza come “primitivi” e ha dichiarato che stava cercando di “aiutare i queer palestinesi,” nonostante le posizioni chiare di tutte le organizzazioni queer palestinesi – tra cui PQBDS, Al-Qaws, e Aswat – siano a sostegno dell’appello per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) contro Israele, compreso il boicottaggio culturale.

QuAIA ha anche consegnato una lettera aperta allo staff del VQFF e al Consiglio di Amministrazione, chiedendo al Festival di sostenere il movimento globale BDS contro lo stato di Israele con l’adesione al boicottaggio culturale per i festival futuri, in linea con le indicazioni della Campagna Palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI). Alla lettera aperta hanno aderito una serie di organizzazioni locali di solidarietà con la Palestina e contro il razzismo, tra cui Trikone (Vancouver), No One Is Illegal (Vancouver, Coast Salish Territories), Salaam (Vancouver), Boycott Israeli Apartheid Campaign (Vancouver), e Solidarity for Palestinian Human Rights (UBC). Hanno sottoscritto alla lettera anche organizzazioni internazionali, tra cui Palestinian Queers for BDS, Pink Watching Israel, NYC Queers Against Israeli Apartheid e Queers Undermining Israeli Terrorism.

“Lo staff del VQFF fino ad ora si è dimostrato disponibile e ci ha concesso lo spazio per condividere le nostre idee”, ha dichiarato Amal Rana. “Ci hanno permesso di leggere la nostra lettera aperta durante il dibattito dopo la proiezione, per cui siamo molto grati, e si sono detti d’accordo sul mantenere un dialogo aperto con noi su questi temi.”

“Abbiamo scelto di non boicottare o protestare contro queste proiezioni, con lo scopo di lavorare in collaborazione con la nostra comunità nei prossimi mesi per costruire il dialogo e la solidarietà riguardo a questa questione fondamentale”, ha continuato Rana. “Il tema di questo festival è “amanti e combattenti”, e abbiamo sollevato questo tema con un profondo amore per la nostra comunità e il nostro patrimonio collettivo di combattere contro l’ingiustizia”. Con la chiusura del VQFF questo fine settimana, Rana ha sottolineato che “questa è una questione queer e ci impegneremo a lavorare in modo trasversale nella nostra comunità per quello che potrebbe essere una lunga lotta, come è stato in altre città dove ci sono forti campagne BDS”.

“Chiediamo al VQFF di dichiararsi contro l’apartheid israeliano e il pinkwashing, sostenendo l’appello per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele”, ha ribadito Emma Ellison. “Ci rincuora senz’altro l’ampio sostegno che abbiamo già ricevuto da parte delle comunità locali queer per la campagna.”

 

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