La “Riconquista della dignità” è il nome della giornata di lotta del 22 marzo 2013, in cui centinaia di manifestanti si sono diretti verso il quartier generale dei Fratelli Musulmani che si trova sulla collina del Moqattam. Un’organizzazione che martedì scorso è diventata una ONG a tutti gli effetti dopo la richiesta ufficiale al Ministero dell’Interno che in un giorno ha approvato la domanda, nonostante sia illegale dagli anni ’50. Infatti dal nome iniziale della sede “jamaa Islamiya” ovvero Fratelli islamisti sono diventati “jameya Islamiya” ossia associazione islamica. Continuano ad essere illegali per le regole di qualsiasi ONG, che non dovrebbe avere nessun legame politico né religioso, ma i FM sono tutto questo ed è intuibile il motivo per il quale siano riusciti a diventarlo. La tensione è cresciuta dopo gli avvenimenti della settimana scorsa, sempre al Moqattam davanti alla loro sede, in cui alcuni rivoluzionari si erano diretti per manifestare il proprio dissenso contro Morsi e la sua “Fratellanza” e in cui ad alcune scritte e ad alcuni graffiti, hanno risposto con la violenza soprattutto contro le donne.
In particolare si è diffusa una foto di una ragazza schiaffeggiata da uno di loro, e ancora l’uso spropositato della violenza contro i giornalisti/e o chiunque cercava di documentare ciò che stava accadendo.
Quest’ultimo episodio, le morti per tortura eseguite dalla polizia e le uccisioni a freddo ed in generale la forte ondata repressiva che ha visto la morte di moltissimi ragazzi da quando Morsi è al potere, hanno portato alla chiamata per questo venerdì. Nessuno dimentica Al-Husseini Abu Deif, ucciso con un’arma da fuoco davanti al palazzo presidenziale, Kristy, Gika, Yussef al Gendi e Mohammad al Shafaii rimasto per più di un mese nascosto nell’obitorio o l’agghiacciante morte del piccolo Omar Salah, il giovane venditore ambulante, e come loro purtroppo tanti altri.
Dopo la preghiera sono iniziati i cortei da varie zone del Cairo come Sayeda Aisha. Da subito sono iniziati gli scontri con le milizie dei FM che si trovavano sulla salita del Moqattam. Molti dei loro autobus, con cui reclutano gente dai paesini limitrofi, sono stati bruciati. Alcuni manifestanti si trovavano già da tempo nella piazza centrale della zona, dove anche lì la guerriglia si è accesa con un confronto faccia a faccia e un incessante lancio di pietre e non solo. Molti esponenti dei FM sono stati catturati dai manifestanti. Molti di loro come unica via di uscita hanno deciso di nascondersi nella moschea che si trovava nella strada della piazza centrale e sono stati bloccati dentro dai manifestanti finché le forze dell’ordine non sono intervenute per liberarli durante la sera. Al contrario, loro hanno sequestrato vari rivoluzionari nelle moschee e dopo averli torturati li hanno rilasciati all’alba senza vestiti in mezzo alla strada.
La rabbia e la forza con cui sono stati respinti i FM li ha costretti ad indietreggiare. Verso sera gli scontri si sono spostati vicino alla sede del quartier generale in cui un forte dispiegamento di polizia era fermo in una strada laterale, e pronto a difendere il covo spalleggiandosi con un blocco delle milizie della Fratellanza pronte a respingere i rivoluzionari. La loro inadeguatezza nel confronto diretto li ha portati a cercare diverse strategie per bloccare la rabbia e di reprimere la furia della gente, come ad esempio il tentativo di cercare rifugio nelle case degli abitanti della zona sequestrando una famiglia.
La resistenza era troppo alta e la tenacia dei manifestanti inarrestabile, così hanno perso da tutti i punti di vista.
Che i FM continuano a perdere consensi lo ha dimostrato una giornata come ieri in cui la rabbia è esplosa e la sete di vendetta era e continua ad essere il vero sentimento che anima i manifestanti, donne, uomini, ragazze e ragazzi e molti i bambini. Non solo, anche la loro perdita nelle elezioni universitarie, nelle elezioni dei sindacati dei giornalisti e dei farmacisti. In tutto l’Egitto le loro sedi continuano ad essere bruciate e questo è un segno chiaro della volontà del popolo che vuole giustizia a tutti i costi e trova il modo per riappropriarsi della dignità che ogni giorno la “Fratellanza”, come la giunta militare o le forze dell’ordine cercano di rubare. Con rabbia e con amore continua la guerriglia.
Video a cura di “The Mosireen Collective“ con interviste ai manifestanti sequestrati dai Fratelli Musulmani e torturati all’interno della moschea