Bil’in: l’esercito israeliano demolisce ancora

Video della demolizione, da parte dell’esercito israeliano, del presidio permanente costruito sulle terre liberate dopo 6 anni di lotta senza tregua contro il muro dell’apartheid e le colonie.

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Video: l’esercito israeliano demolisce le case palestinesi

Le truppe israeliane hanno demolito le case di 20 palestinesi, tra cui 6 bambini, a Beit Hanina, un villaggio a nord di Gerusalemme.

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Palestine is stronger with a free Egypt

Comunicato dei e delle giovani palestinesi.

Noi, giovani palestinesi, rifiutiamo che Al-Aqsa e la causa palestinese vengano utilizzate come strumento per colpire la grande rivoluzione egiziana.
L’Egitto è testimone di una nuova ondata rivoluzionaria condotta da coraggiosi/e giovani egiziani/e che rifiutano che lo SCAF dirotti la loro rivoluzione. Mentre i/le giovani stanno resistendo all’oppressione delle forze di sicurezza, i Fratelli Musulmani hanno chiamato ad una marcia milioni di persone in solidarietà con Gerusalemme.
Consideriamo questo appello come una deviazione rispetto tutti i movimenti e settori egiziani che hanno annunciato per domani, venerdì, un corteo enorme per far cadere il Generale Tantawi.
I Fratelli Musulmani hanno il diritto di prendere le loro decisioni nelle questioni interne all’Egitto. Ma rifiutiamo che i Fratelli Musulmani prendano la testa dei tiranni arabi che sistematicamente usano la causa palestinese come strumento per praticare la loro oprressione.
La libertà di Al-Aqsa e della Palestina non arriverà passando sopra la dignità delle popolazioni arabe.
Siamo solidali con gli eroi di Piazza Tahrir e di tutte le città dell’Egitto.
La Palestina è più forte con un Egitto libero.

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Guida pratica di resistenza a lacrimogeni e pepper spray

A giugno abbiamo pubblicato una breve guida per autocostruire una maschera antigas con pochi elementi facilmente reperibili. Le indicazioni sono state lette da molte persone ma trattandosi di consigli piuttosto superficiali e poco efficaci, abbiamo pensato di tradurre questa guida utile nei momenti di lotta.
Speriamo di contribuire a rafforzare il coraggio dei compagni e delle compagne, contrastando il terrorismo repressivo… che la paura cambi di campo!

Le indicazioni che seguono sono basate sui consigli del primo soccorso. Ringraziamo @nycHealthy ! http://bit.ly/ex5J23

La prima cosa che devi ricordarti rispetto all’esposizione a queste armi chimiche è che non è la peggior cosa che può capitarti. La mistificazione e la paura che le circondano è enorme, ma in realtà, se sei attento/a e sveglio/a, potrai cavartela senza problemi. Queste informazioni sono il risultato di coversazioni con esperti e dell’esperienza.

1. Come vengono utilizzati:
I lacrimogeni e il pepper spray possono essere spruzzati da piccoli nebulizzatori tascabili o estintori di grossa portata.
Il pepper spray può anche arrivare da proiettili di plastica che vengono sparati al torace per togliere il respiro alla persona colpita, la quale per riprendere fiato respirerà profondamente la sostanza urticante del proiettile esploso. I lacrimogeni vengono più comunemente utilizzati sotto forma di candelotto, sparati nella folla ed a volte direttamente alle persone.
E’ importante che tu non prenda con le mani i candelotti senza guanti adatti perchè sono estremamente incandescenti. Sappi che quando lo prenderai in mano per tirarlo, sarai fortemente esposto al fumo.
A campo aperto, non perdere di vista la traiettoria del candelotto di lacrimogeno e non dare mai le spalle alle forze repressive, se pensi sia meglio indietreggiare, cammina con piccoli passi all’indietro.

2. Che ripercussioni hanno sulle persone:

Sia i lacrimogeni che il pepper spray sono irritanti per la pelle, causano bruciori e una lacrimazione eccessiva degli occhi, così come perdite dal naso o ecceso di salivazione. Il pepper spray è usato più comunemente dalle autorità come strumento di controllo per la capacità di causare dolore immediato. E’ difficile da togliere dalla pelle ed ha la capacità di provocare un’ustione di primo grado. Continua a leggere

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Ramallah: manifestazione in solidarietà con l’Egitto

22.11.2011 Manifestazione in Palestina in solidarietà con la popolazione egiziana che si sta ribellando alla dittatura militare dello SCAF

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Nabi Saleh villaggio in resistenza. Video del corteo.

Il sito di Nabi Saleh Solidarity
18.11.2011
Prima dell’inizio del corteo che ogni settimana esprime la lotta contro l’esproprio delle terre ed il progetto coloniale, a Nabi Saleh l’esercito israeliano ha fatto incursione nel villaggio, perquisendo le case e chiudendo tutte le strade di accesso.

L’esercito israeliano ha dichiarato che il villaggio era “zona militare chiusa” negando l’accesso ad alcuni manifestanti che, mentre si allontanavano, sono stati seguiti e maltrattati dai soldati.
Il corteo è stato molto partecipato e, nonostante i tentativi repressivi, ha espresso la rabbia della popolazione contro la brutale occupazione sionista.

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Nuovo Video: Freedom Riders palestinesi

Con rabbia e amore, imparando a lottare con coraggio e tenacia.

Il 15 novembre 6 attivisti/e palestinesi: Nadeem Al-Sharbate, Huwaida Arraf, Dr.Mazin Qumsieyeh, Fadi Qura’an, Basel Al-Araj e Badee’ Dwaik, sono saliti a bordo dei bus per soli coloni israeliani, simbolo della segregazione razziale, per evidenziare il regime di discriminazione nella libertà di movimento nei territori palestinesi occupati militarmente da Israele e l’impossibilità, per i palestinesi, di accedere a Gerusalemme liberamente. Dopo essere saliti sull’autobus senza incidenti, il mezzo è stato fermato al checkpoint di Hizme, dove gli/le attivist@ sono stat@ arrestat@ e violentemente trascinati fuori dal bus.

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La barriera di ferro tra Israele ed Egitto

Fonte: OccupiedPalestine

Originariamente pensato come una barriera per non far entrare i migranti africani, il mostruoso muro di metallo che Israele sta costruendo alla frontiera con l’Egitto sta subendo un’accelerazione nel progetto tra le paure d’Israele per la sicurezza.

Il muro che Israele sta costruendo alla frontiera con l’Egitto è tornato sotto i riflettori  dopo che alcuni ufficiali israeliani hanno sollevato alcune preoccupazioni rispetto la minaccia per la sicurezza che rappresentano i recenti sviluppi in Egitto. Particolarmente allarmante, secondo il ministro della difesa Benjamin Ben-Eliezer, è il discorso rispetto un possibile scontro con l’Egitto.
La grande barriera di metallo era stata oiginariamente pensata per non far entrare gli “infiltrati” (è il modo con cui Israele chiama i clandestini, molto utile per consolidare il sentimento di paura e la condizione emergenziale) ma ora, secondo il capo dell’esercito Benny Gantz, è necessaria per ragioni di sicurezza.
Continua a leggere

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Video: Al-Walaja la popolazione manifesta percorrendo la strada per coloni

18.11.2011 La popolazione del villaggio, giorno dopo giorno, si oppone al furto di terre e alla costruzione del muro. Oggi, nonostante l’esercito d’occupazione abbia tentato d’impedirlo, gli abitanti di Al-Walaja hanno percorso la strada per soli coloni che serve il complesso di Har Gilo.
Har Gilo è in continua espansione e la colata di cemento che avanza sulle terre palestinesi è la dimostrazione di un progetto coloniale accelerato. Stop Occupation! Free Palestine!

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3 ragazzi arrestati a Balata Camp

L’esercito israeliano ha arrestato 3 giovani palestinesi dopo un’incursione nel campo profughi di Balata, vicino Nablus.
I mezzi dell’esercito sono entrati nel campo e hanno perquisito molte case prima di arrestare Mahmoud Hkroush, Qays Dabaki e Murad Sawalha.
Il portavoce dell’esercito dice che gli arresti sono stati fatti per questioni di sicurezza.
Un’altra incursione simile è avvenuta a Ramallah, dove l’esercito è entrato nelle case dei prigionieri appena liberati con lo scambio per il soldato Shalit e li ha convocati per un interrogatorio con i servizi segreti israeliani.
Il gruppo al-Mezan denuncia che il regime israeliano continua ad usare la detenzione amministrativa contro un enorme numero di palestinesi e per una durata di tempo in continua crescita.
Tra maggio 2009 e aprile 2011, inoltre, sono stati registrati  85 casi di torura da parte delle guardie carcerarie israeliane sui prigionieri palestinesi
Secondo il ministero palestinese dei detenuti, circa 200 palestinesi internati in Israele sono morti sotto tortura o per non aver ricevuto cure mediche.

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