Il Centro Turistico Studentesco (CTS) quest’anno ha lanciato
il concorso “Il bello di Israele”. Questa operazione ha selezionato diversi
ragazzi per pubblicizzare il turismo giovanile in Israele. Un viaggio in una
terra di cui si racconta soltanto una parte. Ai giovani si cela che dal 1948
l’esercito israeliano ha invaso quelle terre su cui vivevano i palestinesi. Ha
confiscato militarmente case, acqua e ulivi, determinando di fatto
un’occupazione che dura tutt’oggi. Continuano a costruire insediamenti di coloni
nonostante diverse risoluzioni delle Nazioni Uniti le considerino illegittime.
Non ultimo non vedrete mai quello che rimane della Striscia di Gaza dopo
l’operazione Piombo fuso che dal 27 dicembre del 2008 ad oggi ha provocato più
di 1.300 morti (di cui più di 400 bambini) e oltre 5.000 feriti. Dando i vostri
soldi a questo Stato contribuite a questa occupazione. Boicottare il turismo in
Israele vuol dire non alimentare un’economia di guerra.
Scarica il PDF – Scarica il manifesto di boicottaggio – Scarica il lancio della campagna con tutti i prodotti.
La prossima volta che vi propongono di andare in Israele voi
rispondete che quella è ancora terra di Palestina. Questo quello che non vi
faranno mai vedere:
1° giorno: arrivo all’Aeroporto Internazionale Ben Gurion.
Se possiedi un nome vagamente arabo verrai chiuso in una
stanza per ore. Se possiedi sul passaporto un timbro vagamente arabo, sarai
interrogato per ore. Se sei palestinese non potrai mai passare per questo
aeroporto e raggiungere la tua casa che si trova al di là del gate.
2° giorno: tour per il Muro dell’Apartheid.
Fatevi portare nella West Bank, attraverso il muro che la
circonda, vi accorgerete di tornelli e umiliazioni, proverete sulla vostra
pelle che vuol dire essere palestinesi. Ore di fila per poi sentirsi dire: “Lei
qui non può entrare. La sua casa ora è la mia casa. La sua acqua è ora la mia
acqua”. Oggi ogni palestinese è costretto a comprare l’acqua del proprio
territorio pagandola 5 volte di più di quanto la paga un israeliano.
3° giorno: spostamento e relax sul Mar Morto.
Se siete palestinesi non potete usufruire delle autostrade,
ma dovrete accontentarvi di quelle in terra battuta. Se siete palestinesi per
spostarvi dovrete passare attraverso dei check point. Spogliarvi e mostrare i
documenti dopo ore di interrogatorio e se riuscite a passare non potrete
comunque accedere a nessuna delle spiagge attrezzate sul Mar Morto.
4° giorno: vista panoramica di Gerusalemme, capitale della
Palestina.
Nessuno vi dirà mai che questa città è occupata abusivamente
dall’esercito israeliano che contro le risoluzioni dell’ONU vuole considerarla
sua Capitale. Se vi aggirate per le piccole viuzze e guardate in alto vi
accorgerete che diverse case palestinesi sono state usurpate. Sui tetti
sventola provocatoriamente la bandiera d’Israele.
5° giorno: tour di Tel Aviv e di Old Jaffa.
Chiedete di andare sulle colline che circondano Tel Aviv, fatevi portare tra le
rovine delle case che un tempo erano abitate dai palestinesi e che dal 1948
vivono in campi profughi.
6° giorno: visita ad Hebron.
Hebron è una città religiosamente strategica data la
presenza della tomba di Abramo, in questo territorio sono presenti circa 400
coloni e più di 3000 militari israeliani insediati per garantire la loro
sicurezza. I coloni di Hebron hanno la gestione politica, economica, spirituale
e sociale della città, proponendosi nel territorio come un’entità paramilitare
dall’indiscussa autonomia decisionale. Nel ‘94 un comando di coloni è entrato
nella moschea durante il ramadan uccidendo 29 palestinesi. Subito fu stabilito
un coprifuoco “per motivi di sicurezza” durante il quala l’assetto
urbanistico della città fu completamente stravolto. Furono allargati gli
insediamenti, istituiti 32 check-point, chiuse 900 attività commerciali. Venne
chiusa la Via dei Martiri che collegava Hebron est a Hebron ovest,
nonostante nel 2000 la Corte Suprema israeliana aveva dichiarato che tale
chiusura “era stato un errore”.
7° giorno: tempo libero e relax in spiaggia.
Chiedete di andare sulla spiaggia di Gaza. Chiedete perché
questa striscia è chiusa da valichi che nessuno, neanche gli umanitari, possono
varcare. Chiedete perché è stretta da un’assedio costante.
Sdraiatevi su queste spiagge e pensate che vuol dire
prendere il sole sopra il fosforo bianco.
rispondete che quella è ancora terra di Palestina. Questo quello che non vi
faranno mai vedere:
1° giorno: arrivo all’Aeroporto Internazionale Ben Gurion.
Se possiedi un nome vagamente arabo verrai chiuso in una
stanza per ore. Se possiedi sul passaporto un timbro vagamente arabo, sarai
interrogato per ore. Se sei palestinese non potrai mai passare per questo
aeroporto e raggiungere la tua casa che si trova al di là del gate.
2° giorno: tour per il Muro dell’Apartheid.
Fatevi portare nella West Bank, attraverso il muro che la
circonda, vi accorgerete di tornelli e umiliazioni, proverete sulla vostra
pelle che vuol dire essere palestinesi. Ore di fila per poi sentirsi dire: “Lei
qui non può entrare. La sua casa ora è la mia casa. La sua acqua è ora la mia
acqua”. Oggi ogni palestinese è costretto a comprare l’acqua del proprio
territorio pagandola 5 volte di più di quanto la paga un israeliano.
3° giorno: spostamento e relax sul Mar Morto.
Se siete palestinesi non potete usufruire delle autostrade,
ma dovrete accontentarvi di quelle in terra battuta. Se siete palestinesi per
spostarvi dovrete passare attraverso dei check point. Spogliarvi e mostrare i
documenti dopo ore di interrogatorio e se riuscite a passare non potrete
comunque accedere a nessuna delle spiagge attrezzate sul Mar Morto.
4° giorno: vista panoramica di Gerusalemme, capitale della
Palestina.
Nessuno vi dirà mai che questa città è occupata abusivamente
dall’esercito israeliano che contro le risoluzioni dell’ONU vuole considerarla
sua Capitale. Se vi aggirate per le piccole viuzze e guardate in alto vi
accorgerete che diverse case palestinesi sono state usurpate. Sui tetti
sventola provocatoriamente la bandiera d’Israele.
5° giorno: tour di Tel Aviv e di Old Jaffa.
Chiedete di andare sulle colline che circondano Tel Aviv, fatevi portare tra le
rovine delle case che un tempo erano abitate dai palestinesi e che dal 1948
vivono in campi profughi.
6° giorno: visita ad Hebron.
Hebron è una città religiosamente strategica data la
presenza della tomba di Abramo, in questo territorio sono presenti circa 400
coloni e più di 3000 militari israeliani insediati per garantire la loro
sicurezza. I coloni di Hebron hanno la gestione politica, economica, spirituale
e sociale della città, proponendosi nel territorio come un’entità paramilitare
dall’indiscussa autonomia decisionale. Nel ‘94 un comando di coloni è entrato
nella moschea durante il ramadan uccidendo 29 palestinesi. Subito fu stabilito
un coprifuoco “per motivi di sicurezza” durante il quala l’assetto
urbanistico della città fu completamente stravolto. Furono allargati gli
insediamenti, istituiti 32 check-point, chiuse 900 attività commerciali. Venne
chiusa la Via dei Martiri che collegava Hebron est a Hebron ovest,
nonostante nel 2000 la Corte Suprema israeliana aveva dichiarato che tale
chiusura “era stato un errore”.
7° giorno: tempo libero e relax in spiaggia.
Chiedete di andare sulla spiaggia di Gaza. Chiedete perché
questa striscia è chiusa da valichi che nessuno, neanche gli umanitari, possono
varcare. Chiedete perché è stretta da un’assedio costante.
Sdraiatevi su queste spiagge e pensate che vuol dire
prendere il sole sopra il fosforo bianco.
Israele oggi rappresenta un modello di stato
segregazionista e razzista che noi rifiutiamo. La sua violenza nei confronti
dei palestinesi viene costantemente sottaciuta e mistificata. Partecipa alla
campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni. Non aprire la porta al
CTS, scegli un operatore turistico che rispetti i diritti umani.
www.bdsmovement.net