500 Milioni di dollari alle colonie

Fonte: http://www.nena-news.com

Il Parlamento israeliano assegna agli insediamenti ebraici in Cisgiordania 2 miliardi di shekel, circa 564 milioni di dollari. Lievitano anche i fondi stanziati per la protezione dei coloni a Gerusalemme Est: 800 dollari per ogni settler.

Due miliardi di shekel, circa 564 milioni di dollari: è quanto andrà alle colonie illegali della Cisgiordania, alla loro costruzione, ai servizi, ad investimenti per la sicurezza dei coloni. Lo ha deciso il nuovo piano finanziario stilato per il 2011-2012 dal parlamento israeliano, annunciando anche la costruzione di altre 200 unità abitative in uno dei più grandi insediamenti, Ma’ale Adumin, a cui verranno destinati 58 milioni di shekel, con una aggiunta di altri 31 milioni di NIS per il 2012. Sempre nel 2011, 500 nuove case saranno costruite ad Har Homa,  la gigantesca colonia che Israele sta costruendo dalla metà degli anni  ’90 tra Gerusalemme Est e la cittadina palestinese di Beit Sahour, ai piedi di Betlemme, per cui sono stati stanziati circa 238 milioni di NIS nei prossimi due anni.

Ad un esame attento del budget, si scopre che esso include anche fondi destinati a 16 outpost (illegali anche in base alle leggi israeliane): i dati dell’Ufficio centrale delle statistiche attestano a 120 il numero degli insediamenti cosiddetti ufficiali in Cisgiordania (anche se tutti illegali secondo il diritto internazionale) mentre il piano finanziario sottolinea che l’Organizzazione Mondiale Sionista lavora e quindi sostiene finanziariamente 136 comunità.

Secondo le notizie diffuse al quotidiano Ha’aretz del piano fanno parte anche 22 milioni di NIS da destinare a tutte le compagnie, industrie e fabbriche che operano nelle colonie, una sorta di compensazione per le eventuali perdite nelle vendite dei prodotti precedentemente etichettati come “made in Israel”, per i quali questo non sarà più possibile viste le nuove disposizioni dell’Unione Europea.

Infine il capitolo sicurezza: 3.160 NIS è la somma che sarà destinata alla protezione di ogni singolo colono che vive nei quartieri arabi di Gerusalemme Est: una somma che da sola costituisce un incremento significativo, circa del 40% sul budget totale destinato alla sicurezza dei coloni, che passa così da 54,5 milioni di shekel del 2010 a 146 milioni per il 2011 e il 2012.

Resta poi il fatto che la maggior parte degli insediamenti sono definiti Aree prioritarie, cioè aree considerate a priorità di carattere nazionale, in cui il 69% del costo della terra è sussidiato dal’Amministrazione della Terra israeliana; cosa che avviene anche per le aree di secondo livello, dove i sussidi costituiscono il 49% dell’ammontare totale della terra. Con la conseguenza che chi decide di vivere in aree definite prioritarie, riceve mutui agevolati e finanziati con somme pari a 97.000 NIS. Sia che le aree prioritarie si trovino in Israele (il Negev per esempio lo è) sia che si trovino in territorio palestinese occupato o nel Golan. Sale anche lo stanziamento destinato complessivamente all’assistenza abitativa: 87.368 milioni di NIS per il 2011 e 86.518 per l’anno successivo.

Infine 900 milioni di NIS andranno nelle tasche del Consiglio Superiore per l’Educazione di Giudea e Samaria (nomenclatura ufficiale da parte israeliana per le amministrazioni regionali del territorio occupato palestinese), che si occupa della gestione di tre istituzioni universitarie (tutte e tre in Cisgiordania). La percentuale degli investimenti statali nella fornitura di scuola-bus a prova di proiettile sale al 90% e i sussidi destinati al trasporto pubblico per le categorie considerate “altra popolazione” e cioè coloni e ultra-ortodossi, sale a 31 milioni di shekel all’anno.

Ogni colono potrà inoltre fare in modo che alla sua automobile personale siano aggiunti dispositivi per la sicurezza, tutto sempre a spese dello Stato. La somma di NIS destinata complessivamente ai sistemi di sicurezza delle colonie arriva a 630 milioni di shekel, ma è difficile monitorare quanto arrivi nelle tasche delle colonie complessivamente, dato che il budget non presenta le cifre dei consigli regionali e municipali al dettaglio.

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