La International Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender, Queer Youth Organization (IGLYO) ha reso noto in un comunicato congiunto con l’Israeli Gay Youth (IGY), la propria decisione di non organizzare l’annuale Assemblea Generale a Tel Aviv come era stato inizialmente stabilito. Pochi mesi fa infatti la città israeliana era stata scelta come location per ospitare l’evento, avvallando con questa scelta il paradigma che vorrebbe dipingere, attraverso il pinkwashing, l’immagine di Israele come “paradiso di tolleranza” per le persone lgbtq – spostando così l’attenzione dalle brutali violenze che il progetto coloniale compie quotidianamente su tutta la popolazione palestinese. Questa decisione era valsa ad IGLYO anche l’incasso di finanziamenti da parte del governo israeliano; a nulla era servita la richiesta da parte di gruppi queer palestinesi ed internazionali di trovare una location alternativa.
Immediatamente era partita una campagna di boicottaggio lanciata dai gruppi queer palestinesi e raccolta da molte organizzazioni lgbtq transnazionali, volta a fare pressione su IGLYO denunciando come, dietro la facciata di “unica democrazia liberale del Medioriente” che Israele vorrebbe mostrare – anche tramite la campagna “brand Israel” – si nasconde in realtà una quotidianità di occupazione, apartheid e repressione che dura da oltre 63 anni. La campagna e le molte pressioni esercitate su IGLYO hanno dato i propri frutti, e la scorsa settimana l’organizzazione ha finalmente comunicato la decisione di trasferire la GA da Tel Aviv. Pubblichiamo di seguito la traduzione del comunicato dei gruppi queer palestinesi (che in inglese si trova qui). Registriamo questo risultato come una vittoria per tutti i gruppi che lavorano per l’autodeterminazione dei soggetti lgbt e di tutti gli individui; come un punto in meno per chi vorrebbe fare dell’omonazionalismo la propria bandiera. Nonostante questo però i gruppi queer palestinesi non dimenticano di sottolineare l’ipocrisia latente di IGLYO che, nel comunicato in cui annuncia la propria decisione, rimane vaga sulle ragioni che hanno portato a questa e anzi rilancia invitando ad un’altra conferenza che verrà ospitata da IGY in dicembre a Tel Aviv.
Ribadiamo che il boicottaggio verso tutte le organizzazioni che si rendano complici con le politiche israeliane di apartheid continuerà finché non finirà l’occupazione.
Vittoria: IGLYO lascia Israele!
29 luglio 2011
I gruppi queer palestinesi salutano la decisione del consiglio di IGLYO di non tenere la propria Assemblea Generale annuale a Tel Aviv, Israele. L’1 giugno i Palestinian Queer Groups hanno lanciato una campagna per mandare “IGLYO fuori da Israele”, protestando contro la decisione dell’organizzazione di svolgere la propria GA a Tel Aviv e di accettare finanziamenti da parte del governo israeliano, seguita da un appello al boicottaggio della conferenza in seguito al rifiuto di IGLYO di cambiare la location dell’evento. In quest’occasione ringraziamo le organizzazioni che compongono la rete IGLYO come membri e soci per aver preso posizione difendendo i nostri diritti, con coerenza morale, e per aver raccolto i nostri appelli – fra queste NUS-LGBTQ, KAOS-GL and Pembe Hayat dalla Turchia, BelonG To, la Ireland LGBT Youth Organization, Helem – Lebanese Protection for LQBTIQ, ed IGLCN – International Gay and Lesbian Cultural Network. Questo dimostra la continuazione del prezioso spirito di solidarietà globale che dominava durante la lotta all’apartheid in Sudafrica, e che oggi continua in solidarietà ai diritti della popolazione palestinese e di tutte le popolazioni oppresse nel mondo. Chiediamo anche alle altre organizzazioni di questa rete, e ad IGLYO stessa, di rispettare in maniera totale l’appello della società civile palestinese per il BDS finché non cesserà l’oppressione di Israele sulla popolazione palestinese.
I gruppi queer palestinesi hanno lanciato questa campagna per protestare contro la scelta di tale location per la conferenza, e contro la conseguente scelta di accettare i finanziamenti da parte del governo israeliano – un atto che significa la diretta implicazione di IGLYO nell’occupazione, colonizzazione e apartheid da parte di Israele, e nei tentativi di “riqualificare” lo stato israeliano. Ma le politiche e l’occupazione israeliane on distinguono fra queer e straight. L’intera popolazione palestinese – queer e straight – deve fare i conti con gli effetti del sistema di apartheid israeliano, con il muro illegale, con gli insediamenti dei coloni e l’occupazione militare. Inoltre i palestinesi di Gaza vivono in uno stato di assedio illegale medievale, nella prigione a cielo aperto più grande al mondo. Come tutti i cittadini palestinesi in Israele i queer sono soggetti alla discriminazione istituzionalizzata in tutti gli ambiti della vita, ed ai rifugiati palestinesi viene negato il fondamentale diritto al ritorno, sancito anche dalle Nazioni Unite.
Alla luce della solidarietà reale e ammirevole al nostro appello per il boicottaggio dell’Assemblea Generale di IGLYO in Israele, la decisione del consiglio IGLYO può solamente essere interpretata come il diretto risultato delle pressioni esercitate dalla campagna “IGLYO Out of Israel” e della forte presa di posizione morale di molte organizzazioni che compongono IGLYO, insieme ad altri gruppi internazionali. Esortiamo le altre organizzazioni che fanno parte di IGLYO ed il consiglio direttivo di IGLYO stessa a raccogliere il nostro appello ed agire secondo la linea comune di boicottaggio di tutte le istituzioni complici di Israele, così come qualsiasi evento che violi i prìncipi della campagna BDS.
Non possiamo omettere comunque il nostro disappunto per le blande motivazioni ed il linguaggio impreciso utilizzati da IGLYO nel comunicato in cui si annuncia la cancellazione dell’evento, oltre che per il fatto che l’appello e le motivazioni espresse dai gruppi queer palestinesi in opposizione alla location siano stati completamente ignorati. IGLYO accenna ai “recenti cambiamenti sul piano legale in Israele” per motivare la propria decisione, ma non specifica la natura di questi cambiamenti o perché essi siano problematici; in questo modo ignora le questioni che sono alla base del movimento per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), e di conseguenza le violazioni di Israele ai diritti dei/lle palestinesi. Questa spiegazione blanda e imprecisa permette ad IGLYO di tornare sui propri passi – viste le pressioni subìte – rispetto ad una decisione impopolare; senza tuttavia prendere una posizione rispetto alle violazioni praticate da Israele. Una quantità di leggi repressive sono state recentemente approvate dal parlamento israeliano, comprese la legge anti-BDS e la legge sulla Nakba; prodotti di un apparato legislativo repressivo in continua evoluzione il cui obiettivo è quello di limitare ulteriormente il già misero margine di libertà per coloro che lottano contro l’occupazione israeliana, contro il colonialismo ed il sistema di discriminazione razziale, e criminalizzare in maniera efficace la resistenza non-violenta palestinese e la solidarietà ad essa. Queste leggi tuttavia non sono altro che parti di una politica di sistematica discriminazione contro la popolazione palestinese che dura da 63 anni. Non sono solo le recenti leggi che dovrebbero suscitare “preoccupazione”; sono tutte le leggi palesemente razziste che sono state approvate dalla Knesset israeliana negli ultimi 63 anni con lo scopo di mantenere un sistema di dominazione di un gruppo razziale su un altro.
Oltre a queste considerazioni, l’invito di IGLYO alle organizzazioni della propria rete a partecipare all’Israeli Gay Youth International LGBTQ Youth Leadership Summit che si terrà a dicembre a Tel Aviv è indicativo della manifesta ipocrisia di tale organizzazione. Continuando a sostenere IGY e incoraggiando le organizzazioni a partecipare a questo summit, IGLYO ignora le istanze dei gruppi queer palestinesi, il nostro diritto alla fine di occupazione, colonizzazione ed apartheid, contrastando la nostra linea. Il fatto che IGLYO abbia ritirato la propria Assemblea Generale da Israele non è abbastanza, se continua ad incoraggiare le organizzazioni a violare le linee giuda del BDS partecipando ad eventi a Tel Aviv.
Interpretiamo la revoca della decisione sbagliata di tenere la propria GA in Israele, prodotto della pressione diffusa, come una vittoria importante per tutto il movimento BDS. E’ qualcosa di particolarmente significativo perché si tratta della prima volta che un dibattito ampio sul tema del boicottaggio dell’apartheid israeliano parte dall’interno delle comunità queer. E’ una vittoria il fatto che la campagna “IGLYO Out of Israel” abbia stimolato le organizzazioni lgbtq a considerare i diritti gay nel contesto più ampio ed appropriato dei diritti umani in generale, promuovendo discussioni interne su tali tematiche, con un focus sui diritti dei/lle palestinesi.
Ancora una volta ringraziamo i nostri alleati per il loro lavoro, costante e coerente, e rilanciamo il nostro appello a queer, accademici, artisti ed attivisti a prendere una posizione ed unirsi al movimento BDS contro l’oppressione nelle sue molte forme, e contro le politiche israeliane di occupazione, colonizzazione ed apartheid che opprimono le vite di ogni palestinese, queer o no.
Per ulteriori informazioni contattare:
al-Qaws for Sexual & Gender Diversity in Palestinian Society
Palestinian Queers for Boycott, Divestment and Sanctions
La traduzione del Comunicato congiunto di IGLYO e IGY
Giovedì 28 luglio 2011
IGLYO ed Israel Gay Youth (IGY) annunciano la revoca della decisione di ospitare l’Assemblea Generale (GA) in Israele.
Nel corso dei mesi passati IGLYO ed IGY hanno lavorato congiuntamente per organizzare e definire la GA del 2011. Come sapete, la location proposta per la GA è stata oggetto di un ampio dibattito, al quale hanno partecipato organizzazioni interne all’IGLYO così come gruppi affini che lavorano nell’ambito dei diritti umani ed lgbtq. Data la complessa natura di tale dibattito i consigli di entrambe le organizzazioni hanno dovuto tenere conto di una molteplicità di aspetti, lavorando insieme nel considerare tutte le problematiche legate a questo evento.
L’obiettivo del consiglio di IGLYO durante le scorse settimane è stato lavorare per mettere in pratica la volontà espressa attraverso una votazione dalle organizzazioni che ne fanno parte; votazione che confermava la decisione del consiglio IGLYO stesso di svolgere la GA in Israele. Il consiglio desidera estendere in quest’occasione i suoi più sinceri ringraziamenti a tutte le organizzazioni che hanno contribuito in queste settimane ad alimentare il dibattito e la discussione, sempre rispettando i princìpi democratici contenuti nello statuto di IGLYO.
Ciononostante, i recenti cambiamenti sul piano legale in Israele hanno sollevato alcune questioni, che il consiglio di IGLYO non può non considerare. Varie discussioni fra IGLYO ed IGY sono seguite all’approvazione della nuova legge e alla decisione del consiglio di IGLYO di aprire un nuovo turno di consultazione con i membri delle organizzazioni lgbtq. In risposta a questo, il 24 luglio IGY ha deciso di ritirare la propria offerta di ospitare l’Assemblea Generale 2011, indicando nella precarietà della situazione in continua evoluzione la ragione del proprio rifiuto, motivato dal timore che si possa creare una situazione instabile in cui preparare l’Assemblea Generale.
IGY conferma in ogni caso la propria volontà di ospitare l’International lgbtq Youth Leadership Summit che integrerà la GA a dicembre. Il consiglio di IGLYO, dopo essersi espresso sui contenuti di questo summit, riconosce l’opportunità che tale incontro presenterebbe per le organizzazioni che fanno parte della propria rete, e supporta IGY in occasione di tale evento. IGLYO ed IGY nutrono un profondo rispetto reciproco come organizzazioni competenti che lavorano sullo stesso terreno ed hanno sempre mantenuto, ora come in passato, un rapporto positivo che ci auguriamo proseguirà anche in futuro.
Il consiglio di IGLYO sta attualmente lavorando ad una soluzione alternativa per la GA 2011, e provvederà ad informare direttamente le organizzazioni che compongono la propria rete non appena verrà presa una decisione.
. Il Comitato esecutivo della rete Ebrei europei per una pace giusta. Ejjp 18 organizzazioni presenti in 9 paesi dEuropa ha diffuso un.comunicato.in cui si legge Apprendiamo con sgomento dellassassinio del.leader di Hamas Rantisi successivo allapprovazione dei piani di.Sharon.da parte di Bush che ha dato il via libera ad Israele per azioni.sempre.pi irresponsabili unilaterali in flagrante violazione della.legalit.internazionale.