Aida RESISTE

Dai compagni e dalle compagne del campo profughi di Aida

AidaAIDA RESISTE

Neanche il caldo da tregua alla popolazione del campo profughi di Aida. Ieri sera, Assad Darwesh 14 anni, e’ stato brutalmente colpito dai militari israeliani.

Assad era con degli amici. Passeggiavano. Erano accanto al muro. Cercavano un po’ d’aria a causa del caldo soffocante. Nulla perdona ad Aida dove l’esistenza e’ resistenza quotidiana.
Assad non era solo ieri sera. Tantissima gente del campo era con lui in ospedale in attesa di ricevere notizie. Ai Aida non si e’ mai soli. Ad Aida la solidarieta’ ha il volto della gente, dei loro sorrisi, dei loro occhi, della loro profonda umanita’.
Assad sta meglio. Un compagno di Aida segue la vicenda in prima persona e ci informa dei fatti.
Nulla e nessuno potranno mai spiegare il perche’ di tutto questo.  Israele non si accontenta di aver chiuso la popolazione palestinese dietro al muro, di negare loro acqua, terra, liberta’ di movimento, accesso a cure mediche. Non si accontenta di aver creato una prigione che si chiama Palestina. Non si accontenta di uccidere e arrestare civili innocenti, bambini. Non si accontenta di sostenere I coloni nelle loro quotidiane violenze ai danni della popolazione. No, Israele vuole di piu’. Vuole negare alla popolazione palestinese anche la possibilita’ di sentirsi liberi tra le mura di casa propria, tra le mura palestinesi. Quelle mura che Israele stesso ha costruito. Prima o poi quel mostro di cemento sara’ abbattuto e la Palestina si riprendera’ quello che gli e’ stato illegalmente e arbitrariamente sottratto.

La Palestina resiste perchè la Palestina esiste.
Contro ogni muro e ogni violenza.
Contro Israele e la sua politica.
Sempre, Palestina libera.

——————–Aggiornamenti———————-

Un compagno ci informa che Assad Darwish sta meglio. L’esercito sionista non e’ riuscito a piegare il suo giovane corpo. Ancora una volta la Palestina resiste e mostra la sua forza all’occupante.
Ieri mattina c’e’ stata una grande partecipazione dei ragazzi del campo. Assad aveva bisogno di sangue e molti dei ragazzi si sono recati in ospedale per donare il proprio sangue per Assad. Questi sono gesti che riempiono il cuore davanti ai quail, qui in Palestina, non ci troviamo impreparati, ma consapevoli che la solidarieta’ e’ prassi, e’ quotidianita’ perche’ e’ uno strumento di resistenza.
Sono stare raccolte 11 sacche di sangue. Assad chiacchiera con I compagni che vanno a trovarlo in ospedale. Siamo tutti con lui nella speranza che il suo corpo resistente si rimetta definitivamente in fretta e torni a passeggiare fiero per le strade di Aida, a casa sua.
Israele  non fermera’ mai Aida e la sua resistenza.
Israele non pieghera’ mai la Palestina.
Liberta’ per tutti.
Palestina libera.

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Ancora graffiti ad Aida Camp in solidarietà con Lander

LanderAnche in questo caso, il nome di Lander riempie le strade di Aida Camp.
Gli abitanti del campo prufughi esprimono solidarietà per il nostro compagno.

Lander libero subito!
Tutte libere, tutti liberi

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[Cile] Mini-droni israeliani utilizzati per lo spionaggio dei movimenti

Traduzione a cura del Comitato Carlos Fonseca

Skylite-BL’idea sarebbe che il corpo di polizia paramilitare dei Carabinieri possa usarlo nella repressione dei MM SS, specialmente delle organizzazioni mapuche.

La compagnia sionista Blue Bird Aero Systems si è aggiudicata il contratto di acquisto, valutato in tre milioni di dollari, da parte dell’Esercito del Cile del mini UAV [veicolo aereo senza pilota a bordo] SpyLite, secondo quanto racconta un rapporto di Infodifesa emesso da Santiago del Cile. È un’arma utilizzata ampiamente dall’esercito terrorista di Israele nella repressione degli oppositori palestinesi.

Mesi fa, tutto suggeriva che lo Stato Maggiore Congiunto della Difesa Nazionale del Cile avrebbe di nuovo optato per lo Skylark 1LE della Elbit Systems, dato che uno dei requisiti era che il mini UAV dovesse essere compatibile con i veicoli aerei senza pilota di osservazione ed esplorazione strategica di media altezza e di lungo raggio Hermes 900, forniti al Cile lo scorso anno dalla Elbit Sistems. Nonostante ciò, i mini-droni che produce la Blue Bird sono compatibili con i droni convenzionali della Elbit Systems. Ambedue le compagnie sono di Israele, regime mondialmente all’avvanguardia nella produzione di droni.

Caratteristiche dello SpyLite

Secondo la pubblicità, “lo SpyLite è un avanzato Mini-UAS elettrico di grande autonomia indicato nei compiti repressivi, eccellente nel fornire una copertura “aldilà delle colline” o per fare in tempo reale spionaggio visivo a media distanza”. Di  qui viene il sospetto che in realtà saranno usati nella repressione dei mapuche nei boschi araucani, giacché il nemico “naturale” della borghesia cilena, l’Argentina, non può essere raggiunto con questi mini-droni. Continua l’opuscolo:

“Lo SpyLite è unico nella sua capacità di volare anche con venti forti e in giorni nuvolosi o di pioggia, assicurando una disponibilità operativa per più di 4 ore e un raggio di comunicazione di più di 50 chilometri. Il sistema SpyLite può essere configurato per essere trasportato in uno zaino, montato su un veicolo o per un uso da basi fisse.”

“Grazie alla combinazione di sistemi ottici CCD e IR stabilizzati e ad un software di riconoscimento terrestre, lo SpyLite permette la trasmissione in tempo reale alla stazione terrestre di immagini collegate con il GPS. Questa capacità consente una maggiore conoscenza della situazione (degli attivisti), cosa che contribuisce sostanzialmente al successo delle missioni.”

“Il sistema SpyLite presenta in tempo reale soluzioni di appoggio video e su richiesta di mappatura tattica negli spazi aperti, così come requisiti per (compiti repressivi urbani) in applicazioni di ‘mantenimento della pace’ e conflitti di bassa intensità. Il sistema SpyLite ha accumulato migliaia di ore di volo operative al servizio di vari clienti internazionali” e dal 2006 è in uso operativo al Ministero della Difesa del regime israeliano.

Le sue specifiche operative sono le seguenti:

Peso: 9 chili

Carico utile (missili, mitragliatrice, ecc.): fino a 1,3 chili

Copertura di volo: fino a quattro ore

Raggio d’azione: più di 50 chilometri (ampliabile a 80 Km)

Migliore altezza operativa: fino a 1.000 metri

Massima altezza di volo: fino a 10.000 metri

Il controllo remoto

I sistemi degli aeroveicoli senza pilota a bordo della Bluebird sono controllati da una Stazione Terrestre di Controllo Unificato (UGCS), con un disimpegno di successo nei compiti repressivi. Tutti gli UAV della Bluebird condividono gli stessi collegamenti di dati e protocolli di comando e controllo, che permette di controllarli da una stessa UGCS.

Il Terminale Video Romoto (TRV) della Bluebird è un terminale video portatile rinforzato che in tempo reale fornisce alle forze della repressione la capacità di ottenere immagini video e di seguire la telemetria di volo, ricevute direttamente dall’UAV, permettendo così di migliorare la conoscenza della situazione e l’orientamento. Con il TRV, i capi della polizia possono in tempo reale attuare la persecuzione senza dover attendere le procedure di dispiegamento, lancio, controllo del volo e recupero, che sono gestiti dalla stazione terrestre.

22/4/2013

La Haine / Agenzie

Con informazioni del Sol de Pando
BlueBird

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Dal Campo profughi di Aida per Lander – Libertà!

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Israele – Proteste nel campo d’internamento per migranti di Saharonim

SaharonimContro la detenzione, per muoversi liberamente e vivere una vita degna.

Con queste motivazioni circa 340 persone internate nella prigione per migranti di Saharonim, nel confine israeliano con l’Egitto, hanno protestato nella giornata del 3 maggio.

La determinazione ha portato al rifiuto di rientrare nelle celle, scegliendo invece di affollare il cortile del complesso carcerario per 3 giorni consecutivi.

Lo status giuridico con le quali queste persone vengono imprigionate, senza limiti di tempo, è quello della richiesta d’asilo politico. Si tratta quindi di persone che provengono da contesti di oppressione e violenza e, una volta intrapreso il viaggio e approdate nei confini di Israele, vengono segregate dentro un campo d’internamento etnico, invisibile agli occhi di tutt* perchè in una zona di frontiera.

sahaSecondo quanto raccontato dalle squadre speciali israeliane, l’intervento volto a sedare la protesta non è stato violento perchè le persone sono state forzate a tornare nelle celle pur opponendosi con la resistenza passiva.

Domenica 5 maggio, dopo 3 giornate di lotta, sono stat* quindi tutt* obbligat* a tornare nelle celle e quest’operazione ha portato al ferimento di 2 carcerieri. Nulla è dato sapere sulle condizioni delle persone internate.

Per conoscere qualche dettaglio in più sulla “Prevention of Infiltration Law”, ovvero il dispositivo legale che Israele utilizza per internare “gli infiltrati”, ovvero migranti criminalizzati per quello che sono: “Sfruttamento e marginalità imposte. Odio e squadrismo razzista anche in Israele”.

Alcuni articoli correlati:
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2. La barriera di ferro tra Israele ed Egitto
3. Israele: iniziano le deportazioni di bambini e genitori immigrati
4. Italia dichiara guerra ai migranti con i radar d’Israele

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GIOVENTU’ RUBATE – Storie di giovani del Campo Profughi di Aida

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Ondata di arresti in Cisgiordania

Questa notte l’esercito sionista ha sferrato una larga campagna di arresti in Cisgiordania.

In totale sono state arrestate 15 persone.

Dal campo profughi Aida (zona nord di Betlemme):
*Ahmad H. (21 anni)
*Ahmad O. (21 anni)
*Murad Karaja (20 anni)

Dal campo profughi di Beit Jibreen (nord di Betlemme):
*Jihad Abu S. (20 anni)
*Amid A. (21 anni)

Dal villaggio Al Khader (sud di Betlemme):
*Ahmad M. (20 anni)

Dal campo profughi di Jenin (nord della Cisgiordania):
*Abed Abul H. (30 anni)
*Asem Abul H. (28 anni)
*Ibrahim Al S. (45 anni)
*Jamal Abul H. (26 anni)
*Khaled El H. (47 anni)

Dal villaggio di Surif (zona di Hebron):
*Atef B. (32 anni)

Dal villaggio di Halhul (nord di Hebron):
*Akram S. (14 anni)
*Qusai Z. (15 anni)

Dal villaggio di Beit Kahel (zona di Hebron):
*Humam A. (20 anni)

Inoltre, l’esercito israeliano ha consegnato degli ordini di interrogatorio a 7 persone.

Dal villaggio di Raba (zona di Jenin):
*Mohammad B. (22 anni)
*Rabie B. (22 anni)
*Yazan B. (24 anni)

Dal campo profughi Aida (nord di Betlemme):
*Abed A. (20 anni)
*Khaled A. (27 anni)
*Walid A. (23 anni)

Dal villaggio di Yatta (sud di Hebron):
*Ra’afat Al A. (30 anni)

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Il giorno della terra a Burin

Burin si trova vicino Nablus in Palestina. Un piccolo villaggio che vive di agricoltura, stretto tra due insediamenti di coloni Bracha e Yitzhar che insieme all’esercito di occupazione israeliano cercano regolarmente di impedire ai contadini di recarsi nelle proprie terre. Il giorno della terra il 30 marzo 2013 un gruppo di internazionali insieme agli abitanti di Burin si reca in un pezzo di terra per piantare piccoli ulivi. Subito la repressione dell’esercito.

Gli accordi di Oslo del 1993 riconobbero definitivamente l’occupazione israeliana sui confini della guerra che avvenne nel 1967 e non sulla nakba cioè la cacciata dei palestinesi dalle loro case nel 1948. Questi confini della Cisgiordania sono così stati divisi in tre settori: l’area A comprende le città palestinesi e alcune zone rurali di distanza da centri di popolazione di Israele nel nord (tra Jenin, Nablus, Tubas, e Tulkarm), il sud (nei pressi di Hebron), e uno nel centro sud di Salfit. L’area B aggiunge altre popolate aree rurali, molto più vicino al centro della Cisgiordania. L’area C contiene tutti gli insediamenti israeliani, le strade di accesso utilizzato per gli insediamenti, zone cuscinetto (vicino a insediamenti, strade, aree strategiche, e in Israele), e quasi tutta la Valle del Giordano e il deserto di Giuda. E’ fuori dagli accordi Gerusalemme. Firmando invece gli accordi che vanno sotto il nome di Oslo 2 (settembre 1995), Israele in cambio del via libera alla nascita dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), si assicurò il controllo totale del 61% della Cisgiordania (Area C), fino ad un accordo definitivo dello status dei Territori occupati palestinesi che, nel frattempo, non è mai arrivato. Ha anche il controllo di sicurezza della cosiddetta Area B (oltre 20% della Cisgiordania) dove l’amministrazione civile è palestinese. All’Anp dopo 19 anni di trattative, rivolte palestinesi contro l’occupazione, negoziati veri e presunti, resta il controllo pieno di meno del 20% della Cisgiordania.

Oggi in Area C vivono oltre 300mila coloni israeliani e un numero imprecisato di palestinesi: dai 117mila registrati dall’Ufficio Centrale di Statistica dell’Anp ai 92mila indicati da Israele, fino ai 150mila delle statistiche ufficiali di Ocha, l’ufficio di coordinamento degli affari umanitari dell’Onu. E sulla base di questi numeri la destra israeliana chiede al governo di passare alle vie di fatto e di annettere subito l’Area C, in modo da definire con un atto unilaterale i confini dell’entità (senza reale sovranità) che sarà chiamata Stato di Palestina all’interno della Cisgiordania.

Tutte queste aree in realtà sono vere solo su mappe stampate dall’ONU, perché sul campo si combatte quotidianamente contro un’occupazione che cerca di annettere sempre più terre e di arrestare, uccidere e far espatriare sempre più palestinesi in qualsiasi area si trovino.

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Martedì 16/04: Roma incontra la Palestina

Vi segnaliamo questa giornata densa di appuntamenti per incontrare, conoscere e salutare i ragazzi e le ragazze che sono venut* da Gaza e che, dopo quest’ultima giornata insieme, ripartiranno.
Ci vediamo nelle strade del quartiere San Paolo!
MANIFESTO 16APRILE 50x70

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Samer Issawi scrive una lettera agli e alle israelian*

samerissawi2blacknwhiteFonte con la traduzione in italiano:
Nena News
Disegno di Doc Jazz

Israeliani, sono Samer Issawi in sciopero della fame da otto mesi consecutivi, attualmente ricoverato in uno dei vostri ospedali chiamato Kaplan.
La mia situazione è monitorata 24 ore su 24 grazie ad un dispositivo medico che è stato inserito sul mio corpo. I miei battiti cardiaci sono rallentati e il mio cuore può cessare di battere da un momento all’altro.
Tutti – medici, funzionari e ufficiali dell’intelligence – attendono la mia resa e la mia morte.

Ho scelto di rivolgermi a voi intellettuali, scrittori, avvocati, giornalisti, associazioni e attivisti della società civile per invitarvi a farmi a visita, in modo tale che possiate vedere ciò che resta di me, uno scheletro legato ad un letto d’ospedale, circondato da tre carcerieri esausti che, a volte, consumano le loro vivande succulente, in mia presenza. I carcerieri osservano la mia sofferenza, la mia perdita di peso e il mio graduale annullamento. Spesso guardano i loro orologi e si chiedono a sorpresa: come fa questo corpo così martoriato a resistere dopo tutto questo tempo?

Israeliani,

Faccio finta di trovarmi innanzi ad un intellettuale o di parlare con lui davanti ad uno specchio. Vorrei che mi fissasse negli occhi e osservasse il mio stato comatoso, vorrei rimuovere la polvere da sparo dalla sua penna e il suono delle pallottole dalla sua mente,in modo tale che egli sia in grado di scorgere i miei lineamenti scolpiti in profondità nei suoi occhi. Io vedo lui e lui vede me; io lo vedo nervoso per le incertezze future, e lui vede me, un fantasma che rimane con lui e non lo lascia.

Potete ricevere istruzioni per scrivere una storia romantica su di me, e lo potreste fare facilmente. Dopo avermi spogliato della mia umanità, potrete descrivere una creatura che non possiede null’altro che una gabbia toracica, che respira e soffoca per la fame, perdendo di tanto in tanto coscienza. Ma, dopo il vostro freddo silenzio, il racconto che parla di me, non sarà null’altro che una storia letteraria o mediatica da aggiungere al vostro curriculum, e quando i vostri studenti diventeranno adulti crederanno che i Palestinesi si lasciano morire di fame davanti alla spada dell’israeliano Gilad e voi potrete rallegrarvi per questo rituale funebre e per la vostra superiorità culturale e morale.

Israeliani,

Io sono Samer Issawi il giovane “Araboush” come mi definisce il vostro gergo militare, l’Uomo di Gerusalemme che avete arrestato senza accusa, colpevole solo di essersi spostato dal centro di Gerusalemme verso la sua periferia. Io sono stato processato due volte senza alcuna accusa perché nel vostro Paese sono le leggi militari a governare e i servizi segreti a decidere mentre tutti gli altri componenti della società israeliana devono limitarsi a trincerarsi e nascondersi dietro quel forte che continua ad essere chiamato purezza di identità – per sfuggire all’esplosione delle mie ossa sospette. Non ho udito neanche uno di voi intervenire per tentare di porre fine allo squarciante gemito di morte. E’ come se ognuno di voi – il giudice, lo scrittore, l’intellettuale, il giornalista, l’accademico, il mercante e il poeta – si fosse trasformato in un affossatore e indossasse una divisa militare. E stento a credere che una società intera sia diventata spettatrice della mia morte e della mia vita e protettrice dei coloni che hanno distrutto i miei sogni insieme agli alberi della mia Terra.

Israeliani,

Morirò soddisfatto e avendo soddisfatto gli altri. Non accetto di essere portato fuori dalla mia patria. Non accetto i vostri tribunali e le vostre leggi arbitrarie. Dite di aver calpestato e distrutto la mia Terra in nome di una libertà che vi è stata promessa dal vostro Dio, ma non riuscirete a calpestare la mia nobile anima disobbediente. La mia anima si è risanata, si è liberata e ha celebrato il tempo che le avete tolto. Forse capite che la consapevolezza della libertà è più forte di quella della morte… Non date ascolto a quei luoghi comuni, ormai obsoleti perché lo sconfitto non rimarrà sconfitto in eterno così come il vincitore non resterà un vincitore in eterno. La storia non si misura solo attraverso battaglie, massacri e prigioni ma anche e soprattutto dal sentirsi in pace con gli Altri e con se stessi.

Israeliani,

Ascoltate la mia voce, la voce dei nostri tempi, nonché la vostra voce! Liberate voi stessi dell’eccesso avido di potere! Non rimanete prigionieri dei campi militari e delle sbarre di ferro che hanno serrato le vostre menti! Io non sono in attesa di essere liberato da un carceriere ma sto aspettando che voi vi liberiate della mia memoria.

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