Graffiti: abbattendo il muro dell’ambasciata israeliana al Cairo

Fonte: Occupied Palestine Foto: Maggie Osama

Cairo 7.09.2011

Attivisti e attiviste al fianco della Palestina hanno trasformato, con una protesta creativa, il muro di 100 metri per 3 di altezza che circonda l’ambasciata israeliana al Cairo.
Il muro è stato costruito lo scorso sabato dall’esercito egiziano. Il nuovo muro rimpiazza la recinzione metallica che è stata distrutta dai manifestanti lo scorso mese.
La giunta militare ha dichiarato che il muro è stato costruito per proteggere la proprietà pubblica e non l’ambasciata in particolare.

Gli/le attivisti/e hanno dipinto il muro con scritte pro-Palestina, contro lo SCAF (Supreme Council of the Armed Forces, ovvero i 20 ufficiali dell’esercito che comandano e reprimono in Egitto dal dopo Mubarak), e messaggi contro il sionismo come ad esempio: “No alla riconciliazione”, “Non dimenticheremo mai Deir Yassin“, “No a Israele” e “La liberazione della Palestina inizia con la liberazione dell’Egitto”, tra le grida di incoraggiamento dei passanti e degli automobilisti tra i quali alcuni hanno scelto di aggregarsi alla manifestazione. Continua a leggere

Pubblicato in Egitto, Musica racconti poesie, Notizie | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su Graffiti: abbattendo il muro dell’ambasciata israeliana al Cairo

Violenza della polizia israeliana a Gerusalemme

6.09.2011 La polizia israeliana attaca un presidio di “Sheikh Jarrah Solidarity” contro l’espansione coloniale a Silwan (Gerusalemme).
Il ragazzo che vedete nel video schiacciato dai burattini in divisa, è stato picchiato brutalmente e rilasciato solo dopo 24 ore con l’accusa di aver aggredito un agente.
Né a Gerusalemme, né altrove, esiste un’occupazione militare ed un progetto coloniale giusto e buono.

 

Pubblicato in General | Contrassegnato , , | Commenti disabilitati su Violenza della polizia israeliana a Gerusalemme

Silwan, torture e provocazioni continue da parte dell’esercito israeliano

fonte: Wadi Hilweh Information Center (Silwan, Gerusalemme)
6.09.2011

Continua la campagna di punizione collettiva e tortura contro la popolazione palestinese di Silwan e in particolare nella zona di Beir Ayoub.
L’esercito israeliano, con l’inzio del nuovo anno accademico, continua a fermare i veicoli palestinesi e a torturare di tanto in tanto gli abitanti del quartiere.
Ultimamente, le autorità israeliane si stanno accanendo nei confronti dei palestinesi in ogni occasione possibile.

Per esempio, staccano l’elettricità dalle strade, montano dei check point alle entrate della città impedendo alla popolazione di muoversi o tornare a casa con i propri veicoli, oltre ai tentativi dei coloni di allestire dei concerti durante le preghiere della notte nel periodo di Ramadam, nel tentativo di nascondere alla città l’identità della festa.

Nelle notti di festa e nel primo giorno, l’esercito d’occupazione israeliano ha aggiunto una vasta operazione di arresti. Inoltre, ieri, in occasione dell’inizio dell’anno scolastico, le autorità israeliane hanno compiuto una grande operazione di controlli stradali, chiudendo addirittura la scuola elementare di Abu Tur, il quartiere accanto Silwan, con la scusa che nella scuola venisse praticato il terrorismo. Di conseguenza la reazione dei bambini è stata di tirare pietre contro i militari, così l’esercito ha potuto procedere con la tortura pianificata.

 

Pubblicato in Notizie | Contrassegnato , , , | 2 commenti

Nabi Saleh, l’esercito occupante spara sulla popolazione palestinese in lotta

A gennaio del 2010 gli abitanti del villaggio palestinese di Nabi Saleh hanno iniziato ad animare la lotta contro l’espansione coloniale d’Israele attraverso cortei settimanali.
La colonia israeliana di Halamish è stata costruita interamente sulle terre dei villaggi di Nabi Saleh e Dir Nizam e i coloni hanno sempre attaccato i contadini, bruciato e tagliato alberi e raccolti, cercando in ogni modo di espropriare anche la vicina sorgente d’acqua ai palestinesi.

La continua aggressione coloniale è sempre coperta dall’operato dell’esercito sionista, il quale attacca le manifestazioni della popolazione, esegue raid notturni ed arresti continui.
Il video racconta la manifestazione, di venerdì 2 settembre 2011, contro le colonie e la costruzione del muro, attaccata dall’esercito occupante con i consueti dispoditivi militari e con l’utilizzo di proiettili.

 

Pubblicato in Notizie | Contrassegnato , , , | Commenti disabilitati su Nabi Saleh, l’esercito occupante spara sulla popolazione palestinese in lotta

Gli aiuti allo sviluppo contribuiscono a mantenere i palestinesi in gabbia

Scegliamo di tradurre e dare visibilità a questo articolo perchè sottolinea sinteticamente alcuni elementi utili per capire quali forme di potere, interne ed esterne alla Palestina, agiscono nel mantenimento di una condizione subordinata e schiacciata della popolazione palestinese.  Gli aiuti internazionali come strumento per cristallizzare l’eterno sfruttamento mascherando il progetto coloniale israeliano come “umano”, rendendolo “soft” e “silenzioso”. Un’analisi breve ma utile per una riflessione interna tra chi vuole animare percorsi di solidarietà dal basso tra realtà in lotta.

Charlotte Silver per The Electronic Intifada – 16 agosto 2011

“Israele ci tiene sotto assedio, ci confina in cantoni – in gabbie – e la comunità internazionale ci dà da mangiare all’interno di queste gabbie. Questo certamente non è sviluppo, perché non fa che alimentare il progetto coloniale di Israele, la pulizia etnica e l’espropriazione.” Così Samia Botmeh dal suo ufficio nel Centro per gli Studi sullo Sviluppo (CDS – Center for Development Studies) all’università di Birzeit, vicino a Ramallah, nella West Bank occupata.

Nonostante le imponenti somme in aiuti internazionali che sono state investite in West Bank, la capacità produttiva dell’economia palestinese – misurata sull’andamento dei settori agricolo e manifatturiero – è ridotta alla metà rispetto al 1994, e rappresenta non più del 12% di occupazione. Mentre la Banca Mondiale e l’Autorità Palestinese (AP) vantano una crescita del Pil dell’8%, il reddito reale pro capite è più basso dell’8.4% rispetto al 1999: il che significa che la crescita del Pil non è significativa per conoscere il reddito del palestinese medio. Continua a leggere

Pubblicato in Approfondimenti, Freepalestine | Contrassegnato , , , | Commenti disabilitati su Gli aiuti allo sviluppo contribuiscono a mantenere i palestinesi in gabbia

Nawaf el Qaisi viene arrestato per la terza volta

Le forze del esercito israeliano hanno fatto irruzione ieri notte al campo profughi Azzeh alle 2 del mattino con 16 camionette militari per arrestare il compagno Nawaf el Qaisi per la terza volta. L’esercito israeliano aveva arrestato per la prima volta Nawaf nel 1996, dopo che suo fratello Abd AlNasser el Qaisi (ex leader del braccio armato del FPLP al campo Azzeh) partecipò ad un operazione all’interno di un insediamento israeliano nelle vicinanze di Serda che portò al uccisione di 3 soldati israeliani.
Il secondo arresto e stato nel 2005, dopo un’irruzione nella casa di suo fratello Kamal el Qaisi, e fu accusato di aver architettato l’uccisione del leader israeliano di estrema destra Ovadia Yosef insieme a due suoi nipoti e ad altri ragazzi del FPLP del campo, e fu condannato a 6 anni di carcere di cui 6 mesi in isolamento per aver tirato un pugno ad un responsabile dell’esercito israeliano durante le torture per estorcergli una confessione. Continua a leggere

Pubblicato in Notizie | Contrassegnato | Commenti disabilitati su Nawaf el Qaisi viene arrestato per la terza volta

Vittoria: IGLYO lascia Israele! Comunicato dei gruppi queer palestinesi

La International Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender, Queer Youth Organization (IGLYO) ha reso noto in un comunicato congiunto con l’Israeli Gay Youth (IGY), la propria decisione di non organizzare l’annuale Assemblea Generale a Tel Aviv come era stato inizialmente stabilito. Pochi mesi fa infatti la città israeliana era stata scelta come location per ospitare l’evento, avvallando con questa scelta il paradigma che vorrebbe dipingere, attraverso il pinkwashing, l’immagine di Israele come “paradiso di tolleranza”  per le persone lgbtq – spostando così l’attenzione dalle brutali violenze che il progetto coloniale compie quotidianamente su tutta la popolazione palestinese. Questa decisione era valsa ad IGLYO anche l’incasso di finanziamenti da parte del governo israeliano; a nulla era servita la richiesta da parte di gruppi queer palestinesi ed internazionali di trovare una location alternativa.
Immediatamente era partita una campagna di boicottaggio lanciata dai gruppi queer palestinesi e raccolta da molte organizzazioni lgbtq transnazionali, volta a fare pressione su IGLYO denunciando come, dietro la facciata di “unica democrazia liberale del Medioriente” che Israele vorrebbe mostrare – anche tramite la campagna “brand Israel” – si nasconde in realtà una quotidianità di occupazione, apartheid e repressione che dura da oltre 63 anni. La campagna e le molte pressioni esercitate su IGLYO hanno dato i propri frutti, e la scorsa settimana l’organizzazione ha finalmente comunicato la decisione di trasferire la GA da Tel Aviv. Pubblichiamo di seguito la traduzione del comunicato dei gruppi queer palestinesi (che in inglese si trova qui). Continua a leggere

Pubblicato in Approfondimenti, Boicottaggio, Queer pinkwashing | Contrassegnato , , , | 1 commento

Israele e l’emergenza abitativa? La condizione perfetta per nuove colonie in West Bank, Gerusalemme e Negev.

Da chi viveva nel villaggio beduino di Al Arakib (Negev), sepolto 21 volte dalle macerie delle ruspe d’occupazione e che lotta per il riconoscimento ad esistere, Israele si prepara a pretendere 1,800,000 shekel, ovvero il costo della demolizione e dello sgombero forzato delle case.
La follia coloniale sapevamo che si sarebbe spinta a tanto, era stato annunciato da un disegno di legge pensato per obbligare i/le palestinesi a pagare i costi della demolizione forzata della propria casa.
Mentre la popolazione israeliana paga sulle proprie spalle i costi delle campagne militari e d’apartheid di uno stato estremamente gerarchico, e scende in piazza contro il carovita e il costo troppo alto degli affitti, il partito al governo annuncia la propria soluzione: che prosegua velocemente il progetto coloniale!

Tzipi Hotovely, membro israeliano della Knesset e deputata del partito Likud del primo ministro Benjamin Netanyahu ha fatto appello al governo affinchè venga intensificata ed espansa la costruzione di insediamenti ebraici nei territori occupati della West Bank, di Gerusalemme Est e del Negev. Queste dichiarazioni sono state fatte durante un incontro del partito Likud, lunedì sera.

Hotovely ha richiesto che vengano costruite nuove colonie per “risolvere l’attuale crisi abitativa in Israele”. Tutti gli insediamenti nei territori occupati, per di più costruiti in violazione delle leggi internazionali e della quarta convenzione di Ginevra, sono unicamente per ebrei. (attualmente la popolazione che risiede in Israele è composta da 5,4 milioni di ebrei e 1,4 milioni di arabi)

Hotovely ha dichiarato che “il governo israeliano può risolvere la crisi abitativa incoraggiando la popolazione a vivere nelle aree di frontiera oltre che in West Bank e a Gerusalemme”.

La deputata di Likud in seguito ha affermato che Israele puo risolvere “il problema dei Beduini che occupano la terra di Israele nel sud” fondando “citta e villaggi legali”, e realizzando case popolari che permettano agli Israeliani di trovare alloggi accessibili.

Vale la pena ricordare che Hotovely sta lavorando ad un piano, da presentare alla Knesset israeliana, il quale mira ad ampliare i confini di Gerusalemme come parte del cosiddetto “Greater Jerusalem Plan” (“piano per una Gerusalemme più estesa”), che vorrebbe annettere sempre più terre palestinesi all’interno della West Bank occupata.

Il suo progetto prevede anche l’inclusione degli insediamenti illegali di Maaleh Adumim e Givat Zeev (fra alcuni altri) all’interno della “Gerusalemme più estesa”. Continua a leggere

Pubblicato in General | Contrassegnato , | Commenti disabilitati su Israele e l’emergenza abitativa? La condizione perfetta per nuove colonie in West Bank, Gerusalemme e Negev.

Jenin, Raid israeliano al Freedom Theatre

Scritto da Marta Fortunato

La scorsa notte militari sono penetrati nel campo profughi della città palestinese e hanno arrestato due membri dello staff del teatro, minacciando con le armi le altre persone presenti. Oscuri i motivi degli arresti.

Sono ormai passati quasi quattro mesi da quando Juliano Mer Khamis è stato assassinato. E la sua morte è ancora avvolta nel mistero, gli assassini non sono stati identificati e gli attori non si sentono più sicuri all’interno del campo. Tuttavia vogliono portare avanti il progetto nato con l’ebrea Arna Mer durante la prima Intifada e fatto rivivere dal figlio Juliano Mer dopo la seconda Intifada.

“Il progetto teatrale sopravviverà alla morte di Mer-Khamis e seguirà il sentiero da lui tracciato” ha dichiarato all’Alternative Information Center Eyad Hurani, un giovane di Ramallah che ha trascorso gli ultimi tre anni a Jenin, studiando teatro e trascorrendo il suo tempo con Juliano. E anche gli altri attori dell’ultimo spettacolo portato in scena da Jule, Alice nel paese delle meraviglie, tutti giovani e pieni di speranza, appaiono determinati e positivi per il futuro, nonostante ogni giorno ci siano sfide nuove da affrontare.

Com’è avvenuto stanotte, quando le forze speciali israeliane ha fatto un’incursione nel campo profughi di Jenin. Nel comunicato stampa diffuso questa mattina dal Freedom Theatre si legge che Ahmed Nasser Matahen, guardia notturna e studente del teatro, è stato svegliato quando l’esercito ha gettato grossi blocchi di pietra contro il teatro e le finestre sono andate in mille pezzi. Ad attenderlo all’esterno c’erano dei soldati armati e mascherati che lo hanno obbligato a spogliarsi con una pistola puntata addosso.

Il vice-regista Ahmad Matahen e un membro del consiglio di amministrazione del teatro, Bilal Saadi, sono stati arrestati. Continua a leggere

Pubblicato in Notizie | Contrassegnato , | Commenti disabilitati su Jenin, Raid israeliano al Freedom Theatre

Nabi Saleh sotto attacco dai coloni e dall’esercito israeliano

Due video che raccontano il progetto coloniale, l’occupazione militare e le incursioni che Israele attua nel quotidiano anche in questo villaggio.

Lunedì i coloni hanno attaccato il villaggio con la complicità dell’esercito.
Sono almeno 10 i palestinesi feriti e tutto è iniziato con un attacco dei coloni alle macchine palestinesi che transitavano nella strada principale che divide il villagio di Nabi Saleh con la colonia israeliana di Halmish. A quest’attacco è seguita un’incursione dell’esercito e la resistenza della popolazione palestinese.

Oggi, 27.07.2011, il villaggio è stato invaso dall’esercito d’occupazione. I soldati hanno occupato una casa e sparato raffiche di proiettili.

A chi vive e resiste a Nabi Saleh va tutta la nostra solidarietà.
Viva Palestina, Stop Occupation

Pubblicato in Notizie | Contrassegnato , , , , | Commenti disabilitati su Nabi Saleh sotto attacco dai coloni e dall’esercito israeliano