Esercito Israeliano e Border Police demoliscono case tenda ed un servizio esterno nel villaggio palestinese di Bir Al ‘Idd nelle colline a sud di Hebron

Comunicato di Operazione Colomba, clicca qui per vedere tutte le foto

Colline a sud di Hebron, 20 giugno 2011

Nella mattinata del 20 giugno 2011 l’esercito israeliano alla presenza della Border Police ha demolito delle abitazioni tenda ed un servizio igenico esterno nel villaggio palestinese di Bir-Al-’Idd. Le famiglie direttamente coinvolte sono Rab’ai, Abu ‘Aram, Abu Junis e ‘Adara. Gli abitanti hanno riferito che gli ufficiali si sono presentati molto presto al mattino con ruspe e carri attrezzati con braccia meccaniche, rimuovendo nel giro di poco tempo tutto ciò che veniva considerato senza relativo permesso da parte dell’autorità israeliana. Agli internazionali presenti (appena arrivati) ed ad alcuni attivisti israeliani è stato proibito di sostare in quell’area dichiarata “zona militare chiusa”, quindi obbligati ad andarsene, pena l’arresto.

Il villaggio di Bir-Al-’Idd si trova tra due insediamenti a connotazione fortemente ideologica, Mitzpe Yair and Nof Nesher. Una buona fetta degli abitanti del villaggio durante i primi anni del 2000 era stata costretta ad abbandonare le loro case esasperata dalle continue minaccie, aggressioni e danneggiamenti da parte dei coloni nazional religiosi. Nel 2010 queste famiglie hanno scelto di ritornare dopo aver ottenuto il riconoscimento, da parte dell’ alta Corte di Giustizia dello stato israeliano, del diritto di proprietà su quelle terre, di conseguenza dell’assoluta legittimità a poter vivere nel villaggio stesso. Continua a leggere

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Italia-Israele: un’amicizia di bombe e genocidi

fonte: Rompere le righe
Dopo aver partecipato alle celebrazioni per la festa della Repubblica italiana a Roma, venerdì 3 giugno il capo di Stato israeliano, Shimon Peres, ha fatto visita alla Biennale di Venezia. Una quindicina di internazionalisti e di solidali, ha voluto dare un particolare benvenuto al capo di uno Stato che porta avanti da più di 60 anni una politica di apartheid, colonialismo e pulizia etnica.

“Italia-Israele: un’amicizia di bombe e genocidi. Palestina libera” c’era scritto sul loro striscione. Numerosi gli interventi che hanno ricordato le responsabilità e i crimini di Peres, il ruolo importante che l’Italia assume negli scambi economici, soprattutto militari, con lo Stato sionista e la continua legittimazione che i politici e le istituzioni italiane gli offrono. L’amicizia che lega i capi di Stato delle due nazioni non stupisce se si pensa che Giorgio Napolitano, a proposito dell’intervento armato in Libia, ha detto che non si tratta di una guerra (le bombe sotto l’egida ONU non sono più bombe) e che i bombardamenti “made in NATO” sono necessari, mentre il suo collega Peres ha definito “giusta e necessaria” l’aggressione Piombo Fuso che nel dicembre 2009 ha causato 1500 vittime palestinesi in meno di un mese. I manifestanti hanno, invece, sottolineato come sia la resistenza palestinese ad essere giusta e necessaria, così come quella di tutti i popoli oppressi vittime di guerra d’occupazione come in Iraq e Afghanistan. Una resistenza che è un grido di umanità all’interno di un mondo sempre più brutale. Continua a leggere

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CAMPO ESTIVO ad Aida Camp “Libertà: con Vik nel cuore”

CAMPO ESTIVO “Libertà: con Vik nel cuore”
Palestina, Campo profughi di Aida dal 10 al 20 luglio 2011

Anche quest’anno, come facciamo da diversi anni, ci proponiamo di tornare nei territori occupati, a portare il nostro contributo alla resistenza palestinese.
Sulla scia delle rivolte che dal Nord Africa si sono diffuse in tutto il medio oriente aprendo la strada a nuove possibilità di cambiamenti radicali, ci sembra di fondamentale importanza continuare a intessere relazioni solidali con le/i compagne/i palestinesi, proseguendo i progetti portati avanti nel corso degli anni e a sostenere come ci è possibile la resistenza locale. Ci sembra importante, ora più che mai, nella misura in cui in Palestina la situazione va sempre peggiorando, le colonie continuano ad espandersi, le terre palestinesi vengono occupate arbitariamente e la violenza dell’esercito israeliano vede un crescendo sconcertante.
In questo momento di grandi cambiamenti torniamo nei territori occupati per ribadire che rifiutiamo la “normalizzazione” del progetto sionista di occupazione.

Da tempo abbiamo iniziato un percorso di collaborazione con il campo profughi di Aida nell’area di Betlemme, all’interno del quale un gruppo di compagn@ ha dato vita al centro Amal Al Mustakbal. Il centro nasce nel 1987 dal desiderio di attivare progetti per strappare i bambini e le bambine dalle strade fornendo una preparazione prescolastica attraverso attività di gioco, danza, studio, sport e arte. Il Centro ha una duplice funzione: asilo al mattino e spazio ricreativo al pomeriggio.

Per il prossimo luglio il Centro Amal Al Mustakbal sta organizzando un Campo Estivo di 10 giorni (dal 10 al 20 luglio) nel Campo profughi di Aida per continuare a incrociare esperienze di solidarietà attiva e far conoscere la realtà dei campi profughi palestinesi anche a tutti coloro che non sono mai stati in queste terre.

Il campo estivo coinvolgerà attivisti e attiviste in attività ricreative, ludiche  e sportive con i ragazzi e le ragazze i Aida, momenti di discussione e scambio tra attivisti palestinesi e italiani e giornate di solidarietà con altri villaggi palestinesi in lotta contro il muro dell’apartheid.

Free Palestine Roma sostiene e promuove l’organizzazione del Campo nella convinzione che sia di fondamentale importanza garantire la presenza costante e continuativa di internazionali solidali nei territori e invita chi sia interessato a contattarci.

PER INFO E ADESIONI invia una mail con oggetto CAMPO ESTIVO a: freepalestineroma[at]autistici.org indicando anche se hai competenze specifiche (nei campi della psicopedagogia, fotografia, arte in genere, lavori di manualità) che potresti mettere a disposizione del campo.
PROGRAMMA DEL CAMPO Continua a leggere

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Alla sede dell’Agrexco Italia, consegnata la frutta marcia dell’Apartheid israeliana

Oggi, 17 giugno, attivisti impegnati nella campagna per il boicottaggio dell’Agrexco, il principale esportatore israeliano di prodotti agricoli, hanno preso parte ad una azione alla sede italiana in via Camillo Hajech 10, nel centro di Milano.

Entrando nell’ufficio di rappresentanza italiano dell’azienda, gli attivisti hanno consegnato dei cesti di frutta e di verdura marce, a simboleggiare i prodotti agricoli dei palestinesi che marciscono ai checkpoint israeliani in Cisgiordania. Mentre i prodotti delle piantagioni degli insediamenti israeliani costruiti illegalmente nei Territori palestinesi occupati trovano la via facile verso i mercati europei con l’Agrexco – l’azienda, per il 50% proprietà dello Stato di Israele, esporta il 70% di tutti i prodotti agricoli coltivati sulle terre confiscate – i palestinesi trovano la strada sbarrata dai posti di blocco israeliani.

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25 giugno, serata rap con il Darg Team @L38 Squat

Sabato 25 giugno 2011
a L38 Squat, in via giuliotti 8x -sesto ponte- metro B Laurentina bus 776/n21
La solidarietà non ha frontiere!
Rap antagonista da Gaza a Roma
dalle 20.00 cena di autofinanziamento
dalle 22.00 concerto rap con:
– DARG TEAM
– ILL NANO
– SERPE IN SENO

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Nablus: irruzione dell’esercito in due villaggi, sequestrati otto palestinesi

scritto da Emma Mancini
Pubblichiamo questo articolo per continuare a parlare dei prigionieri politici palestinesi e della detenzione amministrativa israeliana nei confronti della popolazione palestinese.

La scorsa notte, l’esercito israeliano ha fatto irruzione in due villaggi del distretto di Nablus e ha sequestrato otto palestinesi per “ragioni di sicurezza”.
A riportare il fatto è l’agenzia palestinese Ma’an News: alle 2.30 della notte scorsa alcune unità dell’esercito dello Stato d’Israele sono entrati nelle case dei villaggi di Ein Yabous e Beit Dajan, vicino Nablus, a Nord della Cisgiordania. Una volta entrati nelle abitazioni di alcune famiglie palestinesi, hanno arrestato e sequestrato otto residenti.

Non sono ancora noti i nomi di tutti gli arrestati. I due uomini prelevati a Beit Dajan sono Zidan Khaled Abu Za’lan, 40 anni, e Wa’el Tawfiq Hanini, 39. Abu Za’lan è un noto avvocato palestinese. Secondo fonti militari, i due sono stati arrestati con l’accusa di “sospetta attività terroristica”. L’irruzione nel villaggio di Ein Yabous ha portato al sequestro di Muhammed Naser Addin Allam, Firas Ziaad Salem Sawafte, 27 anni e Samer Sameeh Ijhdeirat, 25. Il primo sarebbe detenuto presso la caserma militare di Huwwara.
L’esercito israeliano ha rilasciato una dichiarazione ufficiale nella quale afferma che gli arresti hanno riguardato palestinesi ricercati dalle forze di sicurezza, senza però specificare con esattezza i reati che avrebbero commesso.
La detenzione amministrativa è pratica comune dell’esercito israeliano: secondo la legge, un palestinese può essere arrestato e detenuto per sei mesi (reiterabili di altri sei mesi, senza limiti di tempo) per “ragioni di sicurezza”, senza che venga resa nota l’accusa.

Come spiega Addameer, associazione palestinese per il supporto dei prigionieri politici palestinesi, la detenzione amministrativa è una misura cautelare introdotta nel 1970 dall’Ordine Militare Israeliano. La legge in questione prevede che, sulla base di ragioni inerenti la sicurezza di una determinata area, un comandante militare può detenere in custodia una persona fino a nuovo ordine, firmato da lui stesso. La custodia può durare fino ad un massimo di sei mesi ed è prolungabile di sei mesi in sei mesi, senza limiti di tempo. Continua a leggere

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Deir Qaddis, manifestazione contro l’espansione della colonia di Nili

Due manifestanti feriti dai proiettili e un arresto nel villaggio palestinese di Deir Qaddis.
I manifestanti hanno interrotto la costruzione di un nuovo quartiere vicino alla colonia di Nili.
I soldati israeliani hanno risposto con manganelli, lacrimogeni, proiettili rivestiti di gomma e non, arrestando uno dei partecipanti.

Due ragazzi sono stati colpiti dai proiettili durante la manifestazione contro l’espansione della colonia, nelle terre del villaggio di Ni’iln e di quello di Deir Qaddis.
Il primo, di 24 anni, è stato colpito due volte, al bacino e alla spalla, l’altro invece , di 22 anni, è stato colpito alla coscia e dovrà subire un’operazione.

Mohammed Amirah, un membro del comitato popolare di Ni’lin, è stato arrestato dopo essere stato picchiato violentemente, probabilmente con l’accusa d’incitamento.

La manifestazione è stata organizzata dai comitati popolari di Ni’lin, Budrus e Deir Qaddis con la partecipazione di solidali internazionali. Continua a leggere

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Sabato 18 manifestazione nazionale a Milano

Da Radiondarossa corrispondenza con un compagno
milano

Dal 12 al 23 giugno a Milano, in piazza Duomo, si terrà “Israele che non ti aspetti”, una kermesse sulla tecnologia e sul turismo israeliani promossa dalle stesse autorità di Tel Aviv in collaborazione con gli enti locali lombardi, per “promuovere scambi scientifici e culturali tra Tel Aviv e Milano” e raccontare “un Israele diverso da quello di Stato interessato da un conflitto”. Un’operazione da 2,5 milioni di euro che vorrebbe cancellare la memoria della pulizia etnica che ha dato origine alla nascita dello stato di Israele e che perdura tuttora: la violenta cacciata degli abitanti della Palestina nel 1948-49, l’espropriazione della loro terra, la soppressione dei loro diritti civili e dei più fondamentali diritti umani, la negazione deldiritto dei profughi palestinesi al ritorno nella propria terra. Continua a leggere

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Azione di Boicottaggio Turistico d’Israele all’EuroPride Park di Roma

Enjoy Stonewall
Stop the Apartheid Wall!

Nella serata di venerdì 10 giugno 2011, mentre l’EuroPride Park iniziava a riempirsi di persone in vista del corteo previsto per il giorno successivo, un gruppo di solidali con la resistenza della popolazione palestinese ha scelto di prendere parola sanzionando 2 stand di agenzie turistiche che sponsorizzavano dei tour in Israele, raffigurando quello stato come un esempio delle politiche gay-friendly.

Considerandolo come un luogo d’incontro politico e non un mero spazio commerciabile, come antirazzisti e antirazziste si è scelto di prendere parola, bloccando l’accesso agli stand turistici di Quiiky e del CTS (Centro Turistico Studentesco) perchè, per puro business, partecipano alla vendita di un’immagine d’Israele come democratico e umano, negando che si tratti di uno stato oppressore e autoritario che, attraverso l’occupazione militare e l’espropriazione delle terre, attua un preciso piano coloniale da 63 anni.
La lotta di gay, lesbiche e trans non può conciliarsi con gli assassini, le persecuzioni e le politiche razziste d’Israele.

NON PERMETTERE CHE IL TUO CORPO, I TUOI DESIDERI E IL TUO PERCORSO DI AUTODETERMINAZIONE VENGANO STRUMENTALIZZATI E RESI MERCE.
Nessuno può sentirsi liber* collaborando con un’economia di guerra.
L’indifferenza è complicità, rifiuta l’Apartheid, boicotta Israele!

Di seguito il testo del volantino distribuito durante l’azione:
Scarica e diffondi: FRONTE e RETRO
ENJOY STONEWALL
STOP THE APARTHEID WALL!

Da alcuni anni Israele ha lanciato una campagna che strumentalizza i conseguimenti legislativi di gay, lesbiche e trans per accreditarsi come unico modello ‘democratico’ della regione agli occhi dell’opinione pubblica internazionale. Quest’operazione si chiama PINKWASHING e si accompagna con un progetto di vero e proprio marketing “Brand Israel” a livello commerciale, turistico e culturale.
Lo scopo e’ riabilitare la propria immagine, distogliendo lo sguardo del mondo dal proprio progetto coloniale: occupazione militare, violazione dei diritti umani, espansione delle colonie e violenza dei coloni, frammentazione del territorio e controllo della libertà di movimento della popolazione palestinese, anche  attraverso il muro dell’apartheid.
Questo “lavaggio rosa” si realizza proprio quando, attraverso una serie di luoghi comuni islamofobici e razzisti, la popolazione palestinese viene raffigurata come primitiva, barbara e opprimente, negando così le più evidenti violenze dell’occupazione militare compiuta da Israele. Questa strategia politica e commerciale, ha anche l’effetto di cancellare l’esistenza di organizzazioni palestinesi gay e lesbiche che resistono quotidianamente contro l’occupazione e lottano per l’autodeterminazione. Continua a leggere

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Videocamere a Silwan

pubblicato sul sito dell’Amal Al Mustakbal center

Un palestinese, in seguito a minacce e alla morte del padre a causa dei lacrimogeni, ha scelto di documentare le violenze dei coloni e dell’esercito a Silwan, quartiere di Gerusalemme est.
La verità è talmente fastidiosa che l’esercito ha sequestrato il computer che gestiva le telecamere e contenente tutta la documentazione.

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