Venerdì dopo venerdì

9 aprile 2010

Giovedì notte abbiamo ricevuto un messaggio: “Sei jeep israeliane sono entrate ad Al Ma’sara”.
Siamo andati lì ed i militari avevano appena lasciato il villaggio dopo aver minacciato due membri del comitato popolare. Con un’incursione hanno voluto spaventare gli abitanti dichiarando che se l’indomani ci fossero stati problemi durante il corteo, non avrebbero aspettato altro tempo per arrestare i due compagni in questione.

Per niente intimoriti, venerdì, ancora una volta, palestinesi, internazionali e israeliani hanno manifestato per le strade del paese rivendicando l’inalienabile diritto alla terra, contro il muro e l’espansione delle colonie. Continua a leggere

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8000 prigionieri politici palestinesi in sciopero della fame

rompereognigabbiaMercoledì 7 aprile 2010, è stato proclamato l’inizio dello sciopero della fame tra 8000 prigionieri politici palestinesi sparsi in più di 10 tra prigioni e centri di detenzioni sionisti. In un comunicato inviato al Centro di Studi sui Prigionieri sono spiegate le ragioni dello sciopero: dopo una breve consultazione tra prigionieri e detenuti, si è deciso di avviare uno sciopero della fame contro il disumano trattamento rivolto ai familiari dei prigionieri presso i posti di blocco come all’ingresso delle prigioni per ragioni giustificate come “affari carcerari”. Contro il divieto imposto ai parenti dei prigionieri della Striscia di Gaza, per i quali da oltre quattro anni ormai vige il totale divieto di visita, come quello imposto ai detenuti della Cisgiordania, di Gerusalemme e ai palestinesi dei territori occupati nel 48 di vedere i
propri figli. Contro la decisione di vietare allo staff del canale televisivo Al-Jazeera l’introduzione di libri di testo e contro il divieto a sostenere gli esami di maturita’.
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Morte sotto l’occupazione sionista

Domenica 4 aprile, al posto di blocco di Al Hamra (nord della West bank, zona di Jenin) muore un palestinese con cittadinanza francese di 63 anni, Abdul-Karim Oleyyat.
L’uomo, in visita per la prima volta nel suo paese di origine dal lontano 1968, viene trattenuto per insistenti controlli sul suo passaporto straniero, ignorando ogni sua richiesta di essere rilasciato.
Malato di diabete, con diversi problemi di salute correlati, sapeva che le sue condizioni si stavano aggravando inesorabilmente ma ogni sua preghiera e’ stata ugualmente respinta fino all’ infarto fatale.
roadblock

Proprio perche’ cittadino francese, il consolato ha reso nota l’apertura delle indagini.
Da parte nostra non mancano tristezza e rabbia, consapevoli che tanti episiodi infami come questo accadono tutti i giorni e passano nel silenzio e nell’indifferenza generale.
Lottare contro l’apartheid e l’oppressione spetta anche a noi.
Informare e dare voce a chi e’ costrett* a vivere nell’ivisibilita’ e’ un impegno quotidiano.
Liberta’ per tutt*

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Al Ma’sara: un sacrosanto venerdi’ di lotta

Siamo a Al Ma’sara, dove dal novembre 2006 ogni venerdì dopo la preghiera si parte in corteo verso le terre che lo Stato israeliano vorrebbe confiscare con la costruzione del muro. Siamo a ridosso del Giorno della Terra, il 30 marzo, anniversario della resistenza di quei villaggi palestinesi che nel 1976 si ribellarono alla confisca delle terre perpetuata dalla forze d’occupazione sioniste, con un saldo di sei morti, cento feriti e centinaia d’arresti. Da allora questa data è diventata un momento importante di memoria e di lotta nel calendario della resistenza palestinese.

Nel villaggio di Al Ma’sara si riuniscono gli abitanti palestinesi, gli/le internazionali, alcun* israelian* di “Anarchists against the Wall”. Così come in altri villaggi lungo tutta la West Bank, la lotta dal basso sta dimostrando che le frontiere le crea il potere e che è possibile, nonostante le difficoltà, immaginare uno scontro con le politiche coloniali che prescinda le diverse appartenenze etniche o culturali, dando pieno appoggio al popolo palestinese.

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Di nuovo nella terra degli ulivi e della dignita’

Siamo i/le compagni/e di Free Palestine Roma e del Nodo Solidale, alcuni/e fra i/le tanti/e che da un po’ di tempo si sforzano di agitare le coscienze addormentate e di essere parte dei percorsi di liberazione che attraversano le metropoli e il globo. Dai volantinaggi, dai dibattiti, dai boicottaggi, dalle azioni dirette alle terre ribelli… come questa, la Palestina.

Oggi arriviamo qui con il solito clima di repressione nei confronti dei comitati popolari che lottano contro l’apartheid e l’espansione delle colonie. Negli ultimi mesi i villaggi in cui siamo soliti andare sono stati dichiarati zona militare chiusa; sono continuati i rastrellamenti, gli arresti, gli assassinii e le persecuzioni individuali.

Allo stesso tempo i piani d’israele restano invariati: regime di segregazione, furto di terre e risorse, espansione coloniale. Il teatrino della diplomazia internazionale non cambia di una virgola l’oppressione quotidiana vissuta dal popolo palestinese.

Un popolo che continua a cercare e sperimentare le proprie forme di resistenza dal basso, come per esempio il coordinamento dei comitati popolari che, fra le altre cose, ha organizzato una conferenza internazionale sulle forme e le strategie di resistenza popolare, prevista per fine aprile a Bil’in, in uno dei villaggi interdetti.

Siamo qui per portare il nostro piccolo contributo alla conferenza (tra cui un saluto da un’altra terra degna: il Messico ribelle); consolidare i progetti gia’ in corso in uno dei tanti campi profughi dove migliaia di palestinesi sono obbligati a vivere da quando gli hanno usurpato casa e terra; conoscere, crescere, condividere uno scorcio della lunga e quotidiana lotta contro l’occupazione sionista.

Vi terremo aggiornati, un saluto combattivo

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Boicotta H&M: bellisima azione in Francia

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Da Betlemme arrestato Mahmoud Al Zaware


28 marzo 2010. Oggi intorno alle ore 13:00 (ora palestinese), durante una manifestazione indetta dai Comitati Popolari, sono stati fermati 15 attivisti al check-point
di Betlemme tra cui Mahmoud Al Zaware, leader del Comitato Popolare di Al Ma`sara. La manifestazione, organizzata dai Comitati Popolari dell’area di Betlemme,
è partita alle ore 11:30 circa dalla Piazza della Natività ed era diretta al check-point di Al Koba (degli ulivi). I partecipanti erano circa 200, tra cui numerosi
internazionali. Dopo aver costeggiato un tratto del muro in cemento armato, quando il corteo è giunto al gate, la maggior parte dei manifestanti è riuscita a passare
prima che i militari lo chiudessero, impedendo l’accesso al pulmino che chiudeva il corteo e ad alcuni manifestanti palestinesi. All’interno il corteo è proseguito senza
disordini fino al confine con Israele presidiato da due jeep e numerosi militari. Il corteo è sostato in quel punto diversi minuti durante i quali sono stati scanditi degli
slogan mentre saliva la tensione tra manifestanti e militari. Successivamente una parte dei manifestanti ha iniziato a tornare indietro e i militari hanno cominciato a
pressare con le jeep chi era rimasto davanti. Mentre il corteo retrocedeva i militari hanno continuato a pressarlo con gli automezzi.
A questo punto a seguito di alcuni momenti di tensione diversi militari si sono inseriti all`interno del corteo. Continua a leggere

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AZIONI DI BOICOTTAGGIO DELL’ECONOMIA ISRAELIANA A ROMA


Questa mattina un gruppo di attivisti aderenti alla campagna internazionale di Boicottaggio Disinvestimento e Sanzione nei confronti di Israele ha manifestato alle sedi Coop di via Laurentina e l.go Agosta. Durante l’iniziativa è stata consegnata una lettera ai direttori dei due supermercati in cui si chiede di interrompere immediatamente il commercio di tutti i prodotti che provengono da insediamenti illegali israeliani. Continua a leggere

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Campagna internazionale per il supporto dei prigionieri politici palestinesi

Free Palestine Alliance e Addameer invita alla mobilitazione in supporto dei prigionieri politici palestinesi per la settimana dall’11 al 17 aprile. Il 17 aprile 2010 segna il 34° anniversario della giornata dei prigionieri politici palestinesi. Una giornata storica ed importante. Ora più che mai, diverse organizzazioni palestinesi e gruppi solidali sentono che è un
periodo critico e che bisogna dare visibilità a tutte le persone sconosciute e spesso dimenticate nell’attuale lotta di
liberazione della Palestina. Ci sono un totale di 7.300 di prigionieri arabi. Fra loro 33 donne e 300 bambini. 400 provengono da Gerusalemme e dai territori occupati del 1948, 745 dalla striscia di Gaza e 6.155 dalla West Bank.
Per il 17 aprile proponiamo di organizzare eventi locali per infomarmare e diffondere coscienza critica attraverso iniziative e attività per tutta la settimana.

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Nablus: i coloni attaccano i militari uccidono

Il 21 marzo i militari israeliani hanno ucciso un ragazzo sedicenne, Mohammad Qadus, di un villaggio a sud di Nablus, Iraq Burin, con una pallottola nel cuore. Un altro giovane, Asaud Qadus, 19 anni, è stato ferito gravemente alla testa. Come ogni sabato nelle ultime settimane i coloni dell’insediamento di Bracha hanno attaccato il villaggio di Iraq Burin. Alla comunità di circa 600 persone sono stati tolti dai coloni già più di 100 dunums di terra. Oggi il numero di coloni e militari era insolitamente alto e verso il pomeriggio hanno invaso il villaggio. La gente è rimasta fuori per difendere le proprie case ed è seguita una lotta. I militari hanno preso posizione con diverse jeep nei punti strategici e hanno dato la caccia ai giovani nelle strade del villaggio. Hanno sparato gas, granate assordanti e pallottole tutto intorno alle case e alla gente. Così sono stati feriti Asaud Qadus e Mohammad che correva a portarlo in salvo. Continua a leggere

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