Liberate Abdallah Abu Rahamah

Alle ore 12:00 gli abitanti del villaggio di Al-Ma’sara si sono uniti in protesta insieme ad attivist* israeliani internazionali ed in solidarietà con il coordinatore del comitato popolare del villaggio Bi’in Rahmah Abu Abdallah  arrestato due notti fa nella sua casa a Ramallah. I manifestanti avevano bandiere palestinesi e striscioni in solidarietà di Abdallah Abu Rahamah.
I manifestanti hanno scandito slogan contro le politiche discriminatorie dell’occupazione e per l’unità nazionale tra i palestinesi, quando la protesta ha raggiunto le barriere che l’esercito di occupazione aveva messo sulla strada principale del paese, i manifestanti hanno cercato di rimuoverle ed i  soldati hanno risposto violentemente ai manifestanti.
Sul posto un membro del comitato popolare ha  parlato delle discriminazioni israeliane contro i palestinesi ricordando che in questi giorni si commemorano in tutto il mondo i diritti umani.

Per protestare contatta il consolato israeliano nella tua città.

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Beit Ommar: ancora attacchi dell’esercito

Mercoledì 3 dicembre 25 jeep di militari israeliani con a bordo più di 100 soldati sono entrati nel villaggio di Beit Umar nel
distretto di Hebron. Hanno poi istituito tre posti di blocco all’interno del villaggio, uno sul lato nord-ovest della città, vicino la sede del Consiglio della città e due nel centro del villaggio. I soldati divisi in 3 gruppi hanno cominciato a perquisire le abitazioni danneggiando anche delle proprietà. Hanno fatto irruzione nelle case di Ahmed Abu Maria, un volontario del PalestineSolidarityProject, Ahsan Abu Ayyesh, Abu Sa’id Ayyesh, il padre di Mehdi Abu Ayyesh morto nel mese di ottobre, dopo essere stato  sparato alla testa da un soldato israeliano lo scorso marzo, Ahmed Ikhlayl, Beder Ikhlayl, e Faisal Mahmoud Ikhmess. I soldati hanno invaso le case con i pastori tedeschi, spaventando i bambini che vivevano lì e perquisito le case. I soldati hanno rubato dei soldi dalla casa di Abu Sa’id Ayyesh. Durante l’invasione, 5 giovani del villaggio sono stati arrestati: Yousef Abu Maria, 17 anni, figlio di Ahmed Abu Maria, è stato arrestato per la seconda volta in 3 anni. E ‘stato anche sparato due volte dai militari israeliani negli ultimi 3 anni. Inoltre sono stati arrestati Mohammed Abu Sa’id Ayyesh, figlio di Abu Sa’id Ayyesh e il fratello di Mehdi, Nadem Ikhlayl, Adee Mehdi ‘, e Abed Bregieth. I 5 sono stati deportati in una località sconosciuta, nessuna ragione per il loro arresto è stata data alle famiglie.
Info e approfondimeti.

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Um Salamona: perchè distruggere gli ulivi?

La notte tra il 5 e il 6 dicembre un lavoratore del paese di Um Salamona tornava alla sua abitazione intorno alle 11 e 30 di sera passando alle pendici del monte notava la presenza di diverse jeep militari. La mattina dopo palestinesi e internazionali hanno trovato diversi alberi sdradicati, altri bruciati o semplicementi "scomparsi", sono riusciti a contarne 50 circa. Il propretario del campo ha chiesto subito ai militari ed alla polizia israeliana come mai non avessero farmato l’aggressione senza ovviamente accennare al fatto che sapesse già della loro connivenza, questi hanno ufficialmente risposto che pur intervenendo non erano riusciti a identificare l’aggressore. Ricevuta questa versione dei fatti, l’agricoltore ha chiesto formalmente che venissero visionati i video, visto che il campo in questione è monitorato 24h24h da diverse telecamere, data la sua posizione strategica. In attesa di una risposta il proprietario del campo ha contatatto il tribunale israeliano che ha  fissato l’appuntamento in mattinata proprio sulla collina in questione. Il funzionario giunto ha comunicato telegraficamente questi tre punti: il colono non è stato idantificato, d’altronde i coloni tagliano ulivi dappertutto. Se il campo sarà ancora lavorato con il supporto di internazionali, sarà dichiarato territorio militare e espropriato immediatamente, se la presenza di internazionali sarà sospesa sino a venerdì potrebbe essere concessa l’autorizzazione
a lavorare il terreno con macchinari agricoli. Incassati questi semplici concetti il proprietario si è recato ad Um Salamona per confrontarsi con il comitato popolare e alcuni internazionali. E’ emerso dalla discussione che la volontà primaria  da parte
della forza d’occupazione è quella di spaventare, non avendo di fatto nessun appiglio legale nemmeno per formulare tali minacce di esproprio. Mercoledi 9 dicembre è fissato un nuovo appuntamento per presidiare e continuare i lavori, anche con gli internazionali. Guarda le foto (123)

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Boicottiamo il CTS



Il Centro Turistico Studentesco (CTS)
quest’anno ha lanciato
il concorso “Il bello di Israele”. Questa operazione ha selezionato diversi
ragazzi per pubblicizzare il turismo giovanile in Israele. Un viaggio in una
terra di cui si racconta soltanto una parte. Ai giovani si cela che dal 1948
l’esercito israeliano ha invaso quelle terre su cui vivevano i palestinesi. Ha
confiscato militarmente case, acqua e ulivi, determinando di fatto
un’occupazione che dura tutt’oggi. Continuano a costruire insediamenti di coloni
nonostante diverse risoluzioni delle Nazioni Uniti le considerino illegittime.
Non ultimo non vedrete mai quello che rimane della Striscia di Gaza dopo
l’operazione Piombo fuso che dal 27 dicembre del 2008 ad oggi ha provocato più
di 1.300 morti (di cui più di 400 bambini) e oltre 5.000 feriti. Dando i vostri
soldi a questo Stato contribuite a questa occupazione. Boicottare il turismo in
Israele vuol dire non alimentare un’economia di guerra.
Scarica il PDF
Scarica il manifesto di boicottaggioScarica il lancio della campagna con tutti i prodotti.

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Gerusalemme: ancora espropriazioni

La casa in questione è stata costruita nel 1956 e ingrandita con una proroga  10 anni fa, tale estensione è la causa della attuale contesa. Tanto che lunedi la Pretura ha dichiarato la parte frontale dell’abitazione illegale e ha dato il via libera per procedere all’occupazione. L’appello immediato della famiglia  è stato respinto. Martedì scorso un gruppo di coloni israeliani, accompagnati da guardie private armate e forze di polizia israeliane, ha preso possesso della parte frontale dell’abitazione.
La famiglia è ora costretta  nella porzione di casa “sul retro”.
Ieri circa 150 attivisti tra ICHAD, EAPPI, Anarchists against the Wall e
Rabbis for Human Rights hanno sfilato per le strade per protestare
contro questa ennesima espropriazione. Ma sostenitori dell’occupazione si sono fatti strada tra i dimostranti e con fare provocatorio, dopo le preghiere, era Shabbat hanno iniziato a danzare davanti ai manifestanti ed alla famiglia.
Attualmente a 5 famiglie è già toccata la stessa sorte ed altre 8 sono a rischio.
In questo video il soppruso nei confonti si una donna anziana. Maggiori info qui.

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Al ma’sara

Oggi mentre gli attivisti si stavano recando alla dimostrazione del Venerdi’ contro il muro dell’apartheid e le colonie illegali sorte ad Al ma’sara e nei villaggi vicini a sud di Betlemme sono stati fermati da un alto numero di soldati,arrivati con un blindato e diverse jeep; aspettavano oltre del filo spinato metallico posto diagonalmente in terra. Alla vista di un tale spiegamento di forze, e’ stato subito chiaro che non sarebbe stata una dimostrazione esule dai fatti di Hebron. Raggiunti i militari purtroppo la ritorsione non si e’ fatta attendere, appena pochi minuti ed un militare ha afferrato un dimostrante e lo ha condotto in un veicolo dove e’ stato picchiato al volto e al corpo. I soldati inoltre, hanno ingaggiato una schermaglia contro i bambini che cercavano di rimuovere la barriera temporanea. Le forze di occupazione israeliana hanno dato quindi un ultimatum: se la manifestazione non si fosse dispersa entro cinque minuti, avrebbero deportato il ragazzo in prigione. Il comitato popolare di Al ma-sara sostenuto da tutti gli attivisti, internazionali e israeliani, si e’ pero’ rifiutato di muoversi senza il ragazzo. Ci si è seduti di fronte ai militari suonando tamburi e giocando a calcio. Dopo 30 minuti il ragazzo e’ stato finalmente rilasciato e i dimostranti hanno deciso di riaccompagnarlo a casa.



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Hebron: video amatoriale

Succede ad Hebron dove un signore palestinese viene messo sotto con la macchina per aver tentato di dare una coltellata ad una ragazza israeliana. Il colono, fidanzato della ragazza, prende allora la macchina e mette sotto il palestinese, passando ripetutamente con la macchina sopra il corpo del signore, nell’indifferenza di tutti i militari. Per alcuni minuti il palestinese è rimasto sotto l’auto finchè non è arrivata l’autombulanza. Il colono è ora agli arresti domiciliari mentre il palestinese in fin di vita. E’ successo giovedi scorso.

 

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Checkpoint di Betlemme 4 del mattino

Ogni mattina i palestinesi della West Bank devono fare ore di file per potersi recare a lavorare a Gerusalemme. Questo il tempo necessario per attraversare il checkpoint di Betlemme. Questo video è stato realizzato dal centro Al-Rowwad del campo profughi di Aida.

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Questa terra non si tocca


Domenica 22 novembre

Um Salamona

Il gruppo di solidarietà in difesa delle terre di Um Salamona ha
chiamato una mobilitazione allargata per determinare in maniera forte
la rivendicazione delle terre che i coloni, con l’appoggio del
governo israeliano, stanno cercando di sottrarre ai contadini.

Con estremo piacere notiamo che, fin dalle prime ore della
mattina, non siamo le solite poche persone a rispondere alla
chiamata. Molti bus provenienti da Betlemme, Hebron e dai villaggi
della zona convergono sulla terra che da un paio di settimane abbiamo
iniziato a rendere coltivabile e, oltre ad un trattore, alcuni mezzi
trasportano attrezzi da lavoro e moltissimi alberi da piantare.
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Contro ogni muro


Venerdì 20 Novembre

Al Masara

Dopo alcuni giorni passati con i ragazzi del campo di Balata tra
momenti piacevoli, workshop di cucina italiana e murales, decidiamo
di spostarci ad Al Masara per partecipare anche questo venerdì al
corteo in opposizione alla costruzione del muro e all’occupazione
israeliana.

 

 

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